In un giorno torrido di metà luglio – non a caso è stato definito “il luglio più caldo della storia”- stavo leggendo alcuni dati sconcertanti sulle anomale ondate di calore di questa estate e sulle sempre più frequenti catastrofi climatiche che hanno danneggiato anche gran parte del nostro Paese.
Da lì a pochi giorni sarei dovuta partire per Lisbona per partecipare insieme a un milione e mezzo di giovani, provenienti da tutto il mondo, alla Giornata Mondiale della Gioventù; per questo, ho iniziato a farmi delle domande che si sono fatte sempre più grandi e mi hanno accompagnata per tutto il viaggio: quali posizioni sta assumendo la Chiesa davanti alle grandi sfide del nostro secolo, tra cui c’è anche e soprattutto la crisi climatica?
Quali scelte concrete sta facendo? Ma soprattutto, che ruolo abbiamo noi giovani cristiani cittadini dell’oggi?
Prima di cercare di rispondere a queste domande grazie agli spunti che mi sono stati donati proprio alla GMG, mi sembra importante iniziare da una notizia proprio di questi ultimi giorni.
Come sappiamo, Papa Francesco nel 2015 ha pubblicato l’Enciclica “Laudato Sì” che si focalizza sull’ecologia integrale, sulla cura delle persone, dell’ ambiente e della “nostra casa comune”. Proprio qualche giorno fa, il 21 agosto, mentre nel mondo continuano spaventosamente a susseguirsi eventi climatici estremi che colpiscono le popolazioni di tutta la Terra, durante un incontro con la delegazione di avvocati di Paesi membri del Consiglio d’Europa firmatari dell’Appello di Vienna, che invita gli Stati membri del Consiglio d’Europa a impegnarsi in favore dello Stato di diritto e dell’indipendenza della giustizia, Papa Francesco ha fatto un importante annuncio: sta lavorando a un aggiornamento della Laudato Sì.
Più precisamente, sarà una Lettera che vuole affrontare le recenti crisi climatiche. Chiaramente, come è stato dimostrato già più volte, è molto attento alle tematiche ambientali ed ecologiche e con questo suo impegno riesce a dare anche a noi fedeli delle coordinate grazie alle quali orientarci e secondo le quali agire.
Anche durante la GMG ci sono stati parecchi riferimenti alla Crisi Climatica e, anche se forse implicitamente, al ruolo che la Chiesa (sia come istituzione che come comunità) può avere nel contrastarla. Certamente la percezione di ciascuno di noi è stata molto diversa; basti pensare che a Campo da Graça eravamo più un milione e mezzo di giovani provenienti da tutto il mondo, sia dai MAPA (Most Affected People and Areas) che dai territori più privilegiati: questa possibilità di incontro, di scambio, di racconto reciproco è un punto di forza perché ci permette di avere uno sguardo più ampio e completo su ciò che sta realmente accadendo.
La GMG di Lisbona 2023 ha cercato di fare della sostenibilità uno dei punti focali della sua azione, con tre obiettivi e focus:: sostenibilità finanziaria, con l’uso appropriato di materiali e risorse; quella sociale, lavorando per la fratellanza universale; e, infine, quella ambientale, curando e riducendo l’impatto che questo incontro avrà sull’ambiente attraverso, per esempio, una efficiente organizzazione della raccolta dei rifiuti.
Inoltre, per compensare parte dell’impronta ambientale generata da tutte le attività che coinvolgono l’organizzazione della GMG, sono state sostenute e promosse
diverse iniziative non solo di sensibilizzazione ma anche di azione, tenendo sempre presente che, come afferma il Papa, “l’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta
l’umanità e responsabilità di tutti“; una di queste è stata la sfida di piantare alberi in tutto il Mondo (qui potete consultare la mappa: https://www.lisboa2023.org/it/piantumazione- mondiale-di-alberi) , che ha già portato alla piantagione di circa 17980 alberi.
Venendo ora alle parole di Papa Francesco, penso che queste abbiano fornito a ciascuno di noi dei preziosi spunti. La prima volta che Papa Francesco ha parlato della sostenibilità nel contesto della GMG, è stata nel Centro Culturale di Belem davanti a tutte le principali autorità statali quando ha detto che “l’oceano ci ricorda che l’esistenza umana è chiamata a vivere in armonia con un ambiente più grande di noi; questo deve essere custodito con cura, tenendo conto delle giovani generazioni“.
Anche durante l’ incontro con i giovani dell’Università Cattolica del Portogallo, ha invitato tutti a riconoscere “la drammatica urgenza di prendersi cura della nostra casa comune“, aggiungendo che “non possiamo accontentarci di semplici palliativi o di impegni timidi e ambigui. In questo caso, i semestri sono solo un piccolo rinvio del crollo”. Nello stesso messaggio, ha lasciato ai giovani la speranza di essere i protagonisti del cambiamento, questione che riprenderà anche qualche giorno dopo: “siete la generazione che può vincere questa sfida: avete gli strumenti scientifici e tecnologici più avanzati, ma per favore non cadete preda di visioni parziali. Non dimenticate
che abbiamo bisogno di un’ecologia integrale”.
Ma cosa significano queste ultime due parole?
Papa Francesco lo spiega bene dicendo che “tutto è sempre connesso”: dobbiamo essere capaci di avere uno sguardo d’insieme, di comprendere che i fenomeni e problemi ambientali sono strettamente collegati a questioni che normalmente non sono associate all’agenda ecologica in senso stretto, come la vivibilità e la bellezza degli spazi che abitiamo, ma anche le dinamiche sociali e istituzionali, l’equità e la giustizia.
Per concludere, Papa Francesco, con tanta empatia, si è reso conto che noi giovani, cittadini dell’oggi in un mondo complesso, spesso possiamo provare ansia, sconforto, rabbia e paura davanti alla catastrofe climatica; per questo, durante l’Omelia della Santa Messa conclusiva della GMG del 6 agosto, con le sue parole ci ha dato tanto coraggio e molta forza per essere giovani attivi, protagonisti del cambiamento, ognuno con i propri talenti e le proprie possibilità.
“A voi, giovani, che volete cambiare il mondo – ed è un bene che vogliate cambiare il mondo – e che volete lottare per la giustizia e la pace; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù oggi dice: “Non temete!”, “Non abbiate paura!”.”
Gaia Sironi
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