La bellezza è negli occhi di chi contempla

ALTEZZE

ALTEZZE

Prendi una manciata di uomini che diventano fratelli, uno zaino pieno ma solo dell’essenziale, due occhi aperti a lasciar passare la meraviglia e il cuore desideroso di imparare ancora. Prendi tutto ciò e mettilo ad accarezzare il cielo alzandosi in punta di piedi dalla cima delle montagne.
 
È capitato ancora! Di raggiungere certe altezze, di salire e di sentirsi immensamente piccoli e bisognosi di Infinito. Salgono i passi, sale il desiderio. Le altezze che possiamo raggiungere con le nostre gambe o con il nostro pensiero ci raccontano di noi, narrano la nostra vita di creature fragili. È allo stesso tempo consolatorio e strano avvicinarsi al Cielo e più che percepire la sua immensità, scontrarsi non senza un sorriso con la nostra piccolezza…
 
Le altezze rivelano in modo autentico la nostra statura. E allo stesso tempo la riempiono di loro stesse, le altezze paradossalmente ti elevano proprio perché ti hanno rivelato che sei “piccola creatura” ma contemporaneamente che sei stato fatto “poco meno degli angeli“.
 
Le altezze, raggiunte dallo spirito o dagli occhi, sanno farti leggere più nitido, fanno sorgere un giudizio più vero sulla tua vita e sulla sua direzione. Sanno farti desiderare veramente, tanto che poi devi scendere da quel metro che ti separa dalle stelle per ritrovare nel tuo ordinario il destino del tuo amare.
Ma se vuoi conoscerti e conoscere la direzione sali verso le altezze. Anche Gesù cercava sul monte l’incontro con Dio, nelle altezze viveva la preghiera intensa e portava i suoi amici per farli parte dello stesso dono di Grazia. 
 
Stefano e Anna
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