La bellezza è negli occhi di chi contempla

Ascolta la voce del creato!

Ascolta la voce del creato!

“Se impariamo ad ascoltare la voce del Creato, notiamo nella voce del creato una sorta di dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani.”

Papa Francesco ha deciso di iniziare così il suo personale messaggio in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato che si celebra ogni primo settembre. Questa semplice frase racchiude perfettamente la dissonante sintesi del rapporto tra umanità e creato su cui la Chiesa si sta interrogando da tempo.

Dal primo settembre al quattro ottobre- festa di San Francesco d’ Assisi, patrono di Italia e dell’ecologia- ci sarà il Tempo del Creato, ovvero la celebrazione ecumenica annuale di preghiera e di azione per la Terra.

Durante questo periodo la Chiesa ci offre la possibilità di interrogarci in modo consapevole sulla crisi climatica e sull’ecologia attraverso conferenze, dibattiti, momenti di preghiera: individui e comunità intere sono invitati a parteciparvi attraverso la preghiera, progetti di sostenibilità e mobilitazione profetica (ovvero ci è chiesto di condividere con le persone che incontriamo ciò che sappiamo sulla crisi che stiamo vivendo e partecipare, come possibile, ad azioni concrete per contrastarla).

Ciascuno di noi è chiamato ad essere “custode del creato”, ci è chiesto di vivere in armonia- essendo tutti custodi responsabili della nostra casa comune– il che implica che dobbiamo impegnarci tutti a prenderci cura della vita in tutte le sue forme.                                                

La Chiesa, seguendo gli insegnamenti di Gesù, nel tempo ha esortato i credenti a impegnarsi per il bene comune: ci viene chiesto di dare dignità alla vita in tutte le sue forme, di curare la nostra casa comune, di impegnarci nella costruzione di un mondo più giusto, equo, solidale, abitato da società fraterne e pacifiche con il fine di realizzare quella che Papa Francesco nella Laudato Si’ chiama ecologia integrale (ovvero le interazioni tra la natura, la società e quindi le sue culture, le istituzioni, l’economia, la spiritualità).

La storia del Tempo del Creato è relativamente lunga: più di trent’ anni fa, nel 1989,  il Patriarca ecumenico Dimitrios I ha deciso che il primo settembre sarebbe stata la Giornata di Preghiera per il Creato per i cristiani ortodossi. Successivamente, il Consiglio Ecumenico delle Chiese ha prolungato la celebrazione fino al 4 ottobre. Alcuni anni dopo, nel 2015, Papa Francesco ha ufficializzato il Tempo del Creato anche per la Chiesa Cattolica Romana, credendo che potesse essere un’opportunità preziosa per rinnovare la personale adesione alla propria vocazione di “custodi del Creato”, elevando al Signore il nostro ringraziamento per l’opera meravigliosa che Egli ha affidato alla nostra cura e, d’ altro canto, invocando il suo aiuto per la protezione del Creato e la sua misericordia per gli sbagli commessi contro il mondo in cui viviamo.

Inoltre Papa Francesco ha aggiunto che  celebrazione della Giornata nella stessa data con la Chiesa Ortodossa sarebbe stata un’occasione proficua per testimoniare la nostra crescente comunione con le sorelle e i fratelli ortodossi.

Ritornando al discorso scritto da Papa Francesco, ci sono alcuni punti che meritano una particolare attenzione.

In primo luogo il Papa ha definito il Tempo del Creato “un’occasione per coltivare la nostra ‘conversione ecologica’”, una conversione incoraggiata già da San Giovanni Paolo II, come risposta alla “catastrofe ecologica” preannunciata da San Paolo VI nel 1970. “

Come persone di fede” ha detto  il Papa

 

 

“ci sentiamo ulteriormente responsabili di agire, nei comportamenti quotidiani, in consonanza con tale esigenza di conversione. Ma essa non è solo individuale: La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria”.

Il Tempo del Creato ci permette di entrare in contatto con persone che vivono anche molto distanti da noi, conoscere le difficoltà che stanno attraversando a causa della crisi climatica, stimolare una comprensione reciproca e trovare, insieme, delle soluzioni concrete.

In secondo luogo Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di una cooperazione internazionale per contrastare la crisi più importante del nostro secolo; lo dice soprattutto in vista di due momenti decisivi: la COP 27 (Conferenza delle Parti) sul clima che si terrà in Egitto il prossimo Novembre e la COP 15 sulla biodiversità, che invece sarà a dicembre in Canada.

Ogni momento che passa è un’opportunità per tutti, in particolare per i leader mondiali, di invertire la crisi della biodiversità e del clima”, afferma Papa Francesco.  Infine ha chiamato la comunità dei Cattolici alla preghiera: “Durante questo Tempo del Creato, preghiamo affinché i vertici COP 27 e COP 15 possano unire la famiglia umana  per affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità”.

Poi il Papa ha proposto anche quattro principi importanti per tutelare la biodiversità: dobbiamo costruire una base etica consapevole e solida per la trasformazione di cui abbiamo bisogno, al fine di salvare la biodiversità; dobbiamo lottare contro la perdita di biodiversità, sostenerne la conservazione e il recupero e soddisfare i bisogni delle persone in modo più sostenibile possibile; dobbiamo promuovere la solidarietà globale, poiché la biodiversità è un bene comune globale che richiede un impegno condiviso; infine dobbiamo mettere al centro le persone in situazioni vulnerabili, comprese quelle più colpite dalla perdita di biodiversità, come le popolazioni indigene, gli anziani e i giovani.

Per concludere, ritornando alla frase di apertura, Papa Francesco afferma che c’è una forte dissonanza nella voce del Creato: da un lato è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore, dall’altro  è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani. Proprio su questo anche il Direttore Esecutivo del  Movimento Laudato Si’, Tomás Insua, ha affermato che

il dolce canto della creazione si mescola al suo grido amaro, come dimostra l’intensa ondata di caldo che si sta vivendo in gran parte dell’emisfero settentrionale e che ha  già ucciso, solo in Spagna e Portogallo, più di 1000 persone o ha lasciato 5 milioni di persone senz’acqua a Monterrey, in Messico”.

Questa voce colma di dolore, paura e incertezze va ascoltata.

Proprio per questo si è scelto come simbolo del Tempo del Creato di quest’ anno il roveto ardente. Molte voci vengono ripetutamente silenziate nel dibattito pubblico sul cambiamento climatico e sull’etica della conservazione della Terra; sono le urla e i lamenti di coloro che subiscono gli impatti dei cambiamenti climatici, sono anche le voci sagge di persone che possiedono una conoscenza generazionale su come vivere con gratitudine entro i limiti della terra, sono  le grida di una diversità di specie progressivamente sempre più in diminuzione. Sono voci che necessitano il nostro attento ascolto. E’ la voce della Terra.

 

Cerchiamo di vivere questo Tempo del Creato in modo sia contemplativo della bellezza unica e irripetibile che la natura ci offre quotidianamente, ma soprattutto in modo attivo, sfruttando questa occasione per interrogarci consapevolmente sulla crisi climatica ed elaborando personalmente e comunitariamente delle soluzioni per contrastarla.

Gaia, giovane di FFF Monza

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