Lc 1, 39-55
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
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“Maria si alzò e andò in fretta” è lo slogan che papa Francesco ha scelto per la 37° Giornata Mondiale della Gioventù appena conclusa, ponendo ancora una volta Maria come modello del credente.
Maria, che dopo l’annunciazione avrebbe potuto concentrarsi su di sé e sui suoi bisogni, non appena sa della cugina Elisabetta, “si alza” (verbo della resurrezione) e senza indugi, dubbi, tentennamenti, si mette in cammino per raggiungerla.
L’atteggiamento di Maria è quello di chi ha incontrato personalmente il Signore (sa di portarlo in grembo) e non può trattenere per sé questo dono, è spinta inevitabilmente a donarlo ad altri: lei parte non perché si senta in dovere di farlo, ma perché l’amore spinge fuori sempre da sè.
E parte in fretta! Non con la frenesia che contraddistingue spesso le nostre giornate, ma con l’inquietudine sana, pura, positiva di chi non si accontenta della fissità, ma è sempre in cammino verso l’altro e con l’altro.
“La fretta della giovane donna di Nazareth è quella propria di coloro che hanno ricevuto doni straordinari del Signore e non possono fare a meno di condividere, di
far traboccare l’immensa grazia che hanno sperimentato. È la fretta di chi sa porre i bisogni dell’altro al di sopra dei propri. Maria è esempio di giovane che non perde
tempo a cercare l’attenzione o il consenso degli altri – come accade quando dipendiamo dai “mi piace” sui social media –, ma si muove per cercare la
connessione più genuina, quella che viene dall’incontro, dalla condivisione, dall’amore e dal servizio.” (Dall’omelia del 15 agosto 2022)
Anche Elisabetta, però, non mette al centro se stessa, la sua gioia e la sua emozione per un evento tanto atteso e desiderato. Il figlio che ha in grembo sussulta di gioia non appena le due madri si incontrano. Il piccolo Giovanni sembra lo specchio dei due genitori che sanno fare spazio all’arrivo di Gesù, che sanno rileggere la loro gioia per quel figlio inaspettato, illuminandola attraverso l’accoglienza del nuovo bimbo nel grembo di Maria.
Chiediamo al Signore nella nostra preghiera di oggi la sensibilità per saper cogliere i bisogni dell’altro, l’inquietudine per muovere passi incontro a lui, la grazia di saper riconoscere quando anche in noi, come in Maria ed Elisabetta, agisce e parla lo Spirito.
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