La bellezza è negli occhi di chi contempla

Avvento e profezie

Avvento e profezie

L’Antico Testamento è costellato di figure che nei secoli hanno profetizzato l’ “identikit” del Messia, che ha trovato compimento nella nascita di Cristo: un uomo proveniente dalla stirpe di Sam,
discendente di Abramo, della tribù di Giuda e della famiglia di Davide, figlio di una vergine e nato a Betlemme.

Nella storia dell’arte alcune tra le più belle raffigurazioni di profeti e sibille si trovano sulla volta della Cappella Sistina a Roma, realizzata nel primo Cinquecento da Michelangelo Buonarroti. I
“veggenti”, identificabili tramite una targa dipinta con il loro nome, sono raffigurati in trono tra le scene dell’Antico Testamento, mentre alle loro spalle si collocano sempre uno o due fanciulli,
chiamati “assistenti”.
Lo stile di Michelangelo nella rappresentazione del corpo – il «velo mortale» che racchiude il divino nell’essere umano – si distingue anche nei veggenti che andremo ad approfondire – Ezechiele e la Sibilla Cumana, nella sezione centrale della volta ai lati della “Creazione di Eva” – entrambi dal volto scavato dalle rughe, ma contraddistinto da un’anatomia vigorosa e scattante.

Sibilla Cumana

Iniziamo ad osservare la Sibilla Cumana: nel Medioevo e nel Rinascimento, eventi, personaggi della Bibbia, ma anche testi pagani Greco-Romani venivano spesso interpretati come anticipazioni dell’avvento di Cristo e della rivelazione. La Sibilla Cumana viene citata nella IV ecloga delle Bucoliche di Virgilio, mentre annuncia l’imminente arrivo di un bambino divino che riporterà il mondo all’età dell’oro. Questo oracolo verrà poi interpretato da Sant’Agostino come annuncio dell’avvento di Cristo e quindi pienamente accolto dalla tradizione cristiana.

Michelangelo rappresenta la cumana come una donna imponente e muscolosa che, nonostante l’età e le rughe sul volto, sprigiona forza e autorevolezza. La Cumana è catturata dalle pagine di un libro, mentre sta decifrando gli oscuri significati di ciò che sta leggendo. I due assistenti, invece, guardano nella stessa direzione, con sguardo un po’ dubbioso e perplesso.

Ezechiele

Proprio di fronte si staglia Ezechiele, uno dei quattro profeti maggiori della Bibbia, la cui visione è correlata alla nascita di Maria.
Ezechiele infatti predisse la costruzione di un nuovo tempio che avrebbe posto fine a un’epoca di decadenza e dal quale sarebbe sgorgato un fiume portatore di fecondità: la profezia è analoga a quella del ritorno dell’età dell’oro, della Sibilla Cumana che abbiamo appena visto. Anche l’anziano Ezechiele è raffigurato come un uomo straordinariamente energico, che si volge a sinistra con gli occhi spalancati, come richiamato da un’improvvisa divinazione. Dietro di lui l’assistente biondo, con posa e foggia quasi leonardesca, punta le dita verso l’alto (dove dobbiamo tendere?) mentre l’altro guarda da tutt’altra parte, con uno sguardo stupito e forse confuso.

Come sono invece i nostri volti che si preparano all’Avvento? Agili, scattanti, curiosi, interessati, assorti, oppure annoiati, scettici e dubbiosi?

Arianna

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