La bellezza è negli occhi di chi contempla

B. V. Maria regina

B. V. Maria regina

Luca 14, 1-6

Un sabato il Signore Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero.

 

 

Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

#sete #salvezza #amoredelPadre

Il pranzo si svolge tra commensali che sono dottori della legge e farisei. Poco prima, Gesù, ad un tale che gli ha chiesto se sono molti quelli che si salveranno, ha dato questa risposta “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno”.

L’idropisia (che oggi chiamiamo edema) ha una sintomatologia che “gonfia” il corpo. Forse questo fariseo (o dottore della Legge) è uno che desidera una soluzione al suo “gonfiarsi”, anche se non chiede a Gesù di intervenire. Forse ha rinunciato, ormai. Forse si sente sconfitto di fronte al permanere della propria ipocrisia, della propria supponenza, della propria disperazione a cui lo conduce la Legge.

L’idropisia, inoltre, condanna ad avere sete.

E questo fariseo (o dottore della Legge) forse è uno che onestamente cerca quella “fonte di acqua viva” che gli tolga la sete. Ma non la trova nella Legge. Come la donna Samaritana non la trovava nel desiderio di possesso di rapporti sentimentali.

E Gesù, ancora una volta, riafferma la novità del Suo essere “Buona Notizia”: la Salvezza (ciò che ti “sgonfia” e ciò che ti disseta) sta nell’Amore del Padre verso i suoi figli.
Non si compra l’amore del Padre con l’esecuzione della Legge, per quanto perfetta: Dio Padre (e madre) ci ha già abbondantemente prevenuti.

Noi siamo chiamati a riconoscere l’Amore del Padre. Nella persona di Cristo.

Preghiera
Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Venite, prostràti adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Ascoltate oggi la sua voce:
«Non indurite il cuore,
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere.

dal Salmo 95 (94)

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