La bellezza è negli occhi di chi contempla

beata Enrichetta Alfieri

beata Enrichetta Alfieri

Matteo 12,43-50

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva agli scribi e ai farisei: «Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia».

 

 

Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».

 

Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».

 

Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

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Il dialogo di Gesù con gli scribi e i farisei continua ad offrire spunti di verifica alla nostra sequela. Nella Parola che ci viene presentata oggi sembra che Gesù voglia sottolineare –come osserva Roberta Casoli – la necessità di una radicalità della scelta di essere dei suoi.

La parabola dello spirito impuro cacciato, ma poi capace di tornare più forte nell’uomo da cui era stato allontanato, invita a orientarsi in modo definitivo a Lui. Capita anche a ciascuno di noi quando riusciamo a scacciare dalla nostra casa, cioè dal nostro cuore, “lo spirito impuro” che è in noi attraverso la conversione, ma poi ricadiamo nelle nostre scelte egoistiche. Gesù, tuttavia, è sempre lì pronto a darci una mano affinchè scegliamo Lui con una decisione d’amore.

Ancora più radicale è la seconda parte del racconto, dove Gesù invita a rivisitare ciò che di più intimo appartiene all’uomo: le sue relazioni familiari. L’esigenza di seguire Gesù chiede di diventare liberi anche da quelle pur fondamentali relazioni originarie che ci hanno costituito, perché l’essere suoi discepoli crea nuovi legami di fraternità. Gesù certo non vuole relativizzare le relazioni familiari, ma introdurre una nuova modalità di essere fratelli.

Gesù, pur non rinnegando la propria, ha formato una nuova famiglia non più basata sui legami naturali ma sulla fede in Lui, sul suo amore che accoglie ogni uomo e ogni donna.
Tutti coloro che accolgono la sua Parola sono dunque figli di Dio e fratelli tra loro.

Nel racconto di Gesù colpisce la discrezione di Maria e del resto della famiglia. Non pretendono nulla, non hanno posto in prima fila, semplicemente cercano di parlargli perché non possono fare a meno di Lui e della sua Parola che salva. La risposta di Gesù non è quindi una mancanza di rispetto verso sua madre e i suoi familiari: anzi – come sottolinea papa Francesco – è il più grande riconoscimento perché proprio lei, Maria, è la perfetta discepola che ha obbedito in tutto alla volontà di Dio. Non è mai “fuori”, è sempre lì accanto al Figlio al di là di dove si trovi fisicamente perché, in ogni istante della sua vita, si è abbandonata alla volontà di Dio.

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