Mc 6, 33-44
In quel tempo. Molti videro partire il Signore Gesù e gli apostoli e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?».
Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde.
E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta.
Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché lidistribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
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In questi giorni il rito ambrosiano ci fa leggere il cap. 6 di Marco che ci racconta tanti fatti, incontri, guarigioni che caratterizzano questo periodo della vita di Gesù.
Nell’ultima catechesi degli adulti nella nostra comunità parrocchiale, il nostro Don Roberto ha commentato il brano proposto dalla liturgia odierna con due sottolineature: il rischio del “già saputo” e l’attenzione ai dettagli.
Provocata da quanto ascoltato, mi sono accorta di quanto la Parola sia fonte di novità se la si accosta con il cuore libero e il desiderio di lasciarsi interpellare; e riguardo ai dettagli, ho mentalmente ricostruito la scena raccontata: i discepoli, reduci dalla fatiche della missione vissuta gomito a gomito con Gesù, sono davvero stremati e malgrado il Signore in persona li aveva invitati a fermarsi e riposare, la folla non concede tregua… Come ci vediamo rappresentati in questa scena!
Ci capita di essere arrivati al limite, di non poterne più, ma ecco che la realtà incalza, non ci permette di fermarci e non sappiamo dove trovare le energie per affrontare quello che ci troviamo
davanti. Dunque, riposare è peccato? Affatto!
Abbiamo un maestro, come lo avevano accanto gli apostoli, che ci insegna a metterci nella posizione giusta anche riguardo alla fatica… Davanti al bisogno dell’altro, Gesù non esita a cambiare i suoi piani, si adegua alla realtà che si trova davanti, fatta di persone in ricerca, che si sono messe in viaggio, lo hanno seguito per ascoltarlo, per imparare, spinte dalla necessità di una guida, di un pastore.
Altro dettaglio: gli apostoli suggeriscono di congedare la folla; sarà un’attenzione nei confronti di tutte quelle persone che debbono soddisfare il basilare bisogno di cibo, o più verosimilmente l’ennesimo tentativo di restare un po’ in pace con il loro Signore?
In ogni caso la proposta di Gesù è spiazzante: loro stessi dovranno occuparsi di quella moltitudine affamata! Obiettano: Gesù insiste. Non hanno i mezzi per farlo: Gesù fa riconoscere loro cosa hanno a disposizione. Si arrendono all’evidenza di possedere assai poco: Gesù dimostra loro che il poco, se condiviso, si moltiplica!
E’ meraviglioso il modo con cui Egli scardina una dopo l’altra le loro obiezioni, chiedendo solo di fidarsi!!! Ecco la chiave di volta: ad ogni inciampo Gesù chiede fiducia e ci allunga la sua mano per guidarci ad aggirare l’ostacolo…secondo il Suo disegno, non il nostro. Secondo il Suo progetto, non il nostro limitato disegno.
Un ultimo dettaglio, i gesti compiuti da Gesù prima di distribuire il cibo e sfamare tutti: “alzare lo sguardo”, “benedire”, “spezzare il pane”. E’ il chiaro anticipo di quanto avverrà nell’ultima Cena per poi ripetersi nella storia, ancora oggi, ogni giorno sull’altare durante la celebrazione Eucaristica. Gesù continua a dimostrarci il miracolo del pane che basta per tutti, continua a volere da noi un po’ di pane e vino e tanta fiducia, fede…al resto pensa Lui, come allora.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene (salmo 127)
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