Lc 4, 38-41
Uscito dalla sinagoga, il Signore Gesù entrò nella casa di Simone.
La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Nel Vangelo di oggi Gesù mostra la Sua vicinanza all’uomo, il Suo non nascondersi di fronte alle richieste umane, il Suo mostrarsi totalmente disponibile. Gesù si fa prossimo alle necessità di ciascuno; non si rifiuta a coloro che gli chiedono aiuto.
Si tratta però di una manifestazione non fine a sé stessa o che cerca l’approvazione o l’esaltazione da parte degli uomini.
Lo stile di Gesù anzi va nella direzione contraria: afferma di agire nell’umiltà: “imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita” (Mt 11,29).
Anche di fronte alle affermazioni dei demòni che rivelano la sua divinità, Gesù assume un atteggiamento che sembra alquanto bizzarro: li zittisce. Fa questo perché non vuole che gli uomini lo seguano per i segni straordinari che compie; vuol rivelare qualcosa di più profondo: l’Amore che Dio ha per gli uomini, un amore fatto di gesti concreti, ma che sono compiuti nel totale dono di sé e nella logica del servizio.
Gesù non vuole rimanere prigioniero di una visione di Dio che è alla mercè dell’uomo, ma dimostra che l’iniziativa di accoglienza e disponibilità appartiene a Dio Padre.
I gesti di Gesù ci invitano ad aprire il nostro cuore e a lasciarlo trasformare da una forza dirompente: quella di un Amore totale e senza limiti.
Ci viene chiesto solamente di avere l’umiltà di lasciarlo agire, per mostrare la Sua Potenza, di fidarci perché Lui vuole il nostro Bene e sa ciò di cui abbiamo bisogno. La sua voce ci dice di seguirLo anche se il cammino ci sembra accidentato e faticoso.
Facciamo nostre le parole di una preghiera di San Tommaso d’Aquino: “[Dammi] Un cuore generoso, che non indietreggia alla vista degli ostacoli. Un cuore umile e dolce come il tuo, Signore Gesù”.
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