Lc 5, 33-35
I farisei e gli scribi dissero al Signore Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
#educareIlCuore
Il brano di oggi pone l’attenzione sull’affermazione dei farisei i quali sottolineano l’importanza di una vita caratterizzata dal digiuno e dall’astinenza. La loro visione però è incentrata sul seguire in maniera meccanica una norma senza comprenderne il significato profondo. Si tratta di qualcosa che non ha relazione profonda con la loro vita, questa regola resta in superficie senza educare il loro cuore.
Gesù infatti afferma che il focus della nostra esistenza sta proprio nel riconoscere un amore che ci anticipa e che dà significato al nostro essere nati. Questa consapevolezza illumina la nostra vita.
Consci di questa buona notizia, siamo chiamati a condividerla con coloro che incontriamo nella nostra quotidianità. Siamo invitati a plasmare il nostro modo di vivere alla luce di questa certezza: una gioia che se non condivisa va perduta.
Certamente si tratta di un esercizio che può risultare faticoso perché il nostro quotidiano a volte è segnato da amarezze, delusioni e sofferenze che ci indurrebbero a lasciar perdere. Sarebbe più facile seguire una norma e non preoccuparsi di cambiare il nostro cuore. Ma è proprio questa la sfida come sottolineava don Tonino Bello “Amare, voce del verbo morire, significa decentrarsi. Uscire da sé. Dare senza chiedere”.
Nella giornata di oggi meditiamo su questo brano del MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI per la XXVII Giornata Mondiale della Gioventù 2012:
“L’aspirazione alla gioia è impressa nell’intimo dell’essere umano. Al di là delle soddisfazioni immediate e passeggere, il nostro cuore cerca la gioia profonda, piena e duratura, che possa dare «sapore» all’esistenza.” […] se Dio mi accetta, mi ama e io ne divento sicuro, so in modo chiaro e certo che è bene che io ci sia, che esista”.
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