Mt 9, 9-13
Andando via di là, il Signore Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia
io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
#propostasconvolgente #senzagiudicare
La pagina di Vangelo di oggi ci pone nella prospettiva di Matteo che riceve la chiamata di Gesù. Un gesto davvero sconvolgente, inaspettato. Mostra la libertà di Gesù che va oltre ogni
pregiudizio ed errore passato, costruendo da subito un futuro nuovo. In questo gesto riecheggiano le parole di Isaia:
Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? (Isaia 43,18-19).
Gesù mostra come la sua proposta sia rivolta a tutti senza riserve né precondizioni. È qualcosa che sconvolge soprattutto i Farisei legati al concetto di purezza e conformità alla norma che esclude di per sé i pubblicani.
Gesù ci invita a volgere la nostra attenzione all’altro, ad accogliere chi ci sta accanto per poterlo accompagnare in un percorso di conversione guidato dalla logica di Amore.
Una proposta che invita a riconoscere l’azione di un Signore che si affianca alle nostre fragilità non in maniera giudicante, ma con affetto di padre, tanto da poter esclamare: “Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza” (Salmo 118,14).
Nella giornata di oggi vi invito a riflettere sulla frase di Don Oreste Benzi che afferma “Un uomo è più grande del suo peccato” per avere occhi nuovi e guardare la bellezza di coloro che incontriamo, senza giudicarli secondo la categoria di perfezione, ma con lo sguardo attento alla loro unicità.
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