“Se sarai buona a Natale arriverà Gesù bambino e ti porterà un regalo” : cit. Mia mamma nei miei anni più candidi.
Che dire? È iniziato l’avvento e le parole di mia mamma, anche se sono entrata ormai da anni nel mondo dei grandi, mi riecheggiano nella mente in modo piacevole.
Giusto o sbagliato che fosse il suo messaggio, il Natale ci rimanda all’annuncio d’amore di Gesù, che in un certo senso ci spinge ad esser buoni.
Ecco che si fa presente in noi il desiderio di incamminarci, ancora una volta, ad accogliere nel cuore questo Gesù che viene al mondo per portar pace e per salvarci.
Questo, però, solo in teoria PERCHÉ poi noi, uomini giusti, saggi e sapienti, siamo capaci di tutto, anche di utilizzare il suo messaggio di misericordia come giustificazione di guerre e altri soprusi.
E dato che ho ancora in mente le immagini terrificanti della guerra in Israele, l’entusiasmo natalizio si arrugginisce un po’ o quantomeno mi fa porre alcune domande riguardanti il dove può esser trovata la bontà e l’amore per il prossimo, tanto decantato nei vangeli.
Credo che davanti a questi drammi sia facile domandarsi dove sia finito Dio. Perché non ponga fine all’inferno di Gaza e a tutte le altre situazioni colme di dolore che abbiamo in testa.
Eppure ho imparato che è proprio davanti a queste sofferenze che Lui ci aspetta, che dobbiamo cercarLo, anche se ci sentiamo terribilmente inermi e incapaci di porre fine a queste tragedie.
Siamo chiamati a continuare a portare speranza, pregando e forse iniziando proprio a fare nel nostro piccolo gesti di pace che portino bontà.
Fortunatamente nei miei anni ho avuto la grazia di toccare con mano questa parola, non tanto grazie ad insegnamenti, ma sfiorandola e assaporandola nei gesti di tante persone che mi hanno circondata.
Come suor Anna, per esempio, che in un ospedale missionario in tarda serata, dopo un’intera giornata di lavoro aveva ancora energie per prendersi cura dei malati con parole di conforto o rammendando una zanzariera che mostrava un buco.
In mio marito che cerca sempre di dare attenzione agli altri ascoltandoli e cercando loro soluzioni.
In chi apre la propria porta a persone sole e con problematiche sociali e ci condivide il tetto.
In un ragazzo politraumatizzato e pieno di bende che dà da mangiare ad un signore anziano quasi privo di forze. Negli uomini che recatisi in ospedale hanno condiviso il proprio letto per mancanza di altri posti.
In chi come fratel Giancarlo o fratel Beppe hanno speso la propria vita al servizio dell’altro, povero e bisognoso, e hanno attraversato il mondo per aprire e tener vivo un ospedale che offrisse cure per tutti.
Insomma, come ciascuno, avrei la fortuna di elencare tanti altri svariati esempi. Dietro i quali mi accorgo e ricordo che è facile sentire la presenza di Dio.
Mi chiedo quante volte anche io stessa sono stata una persona giusta.. e quante altre no.
Forse dovremmo impegnarci a cercare di diventare noi stessi esempio di bontà per qualcuno. Come? Impegnandoci concretamente con i nostri talenti, nel proprio lavoro, nella propria famiglia, in parrocchia e con chi ci circonda.
Tornando all’arrivo del Natale, infine, penso che ora che ho un bambino di due anni non so ancora come spiegare in maniera giusta l’arrivo di Gesù, ma sicuramente cercherò di insegnargli che amare il prossimo è la chiave di tutto e che ad oggi essere buoni è ancora possibile e anzi è necessario.. e che -come direbbe mio marito- è un investimento che non andrà mai in perdita!
Perciò….. Buon cammino di bontà a tutti!
Giulia
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