Il mio programma per l’Agosto appena trascorso era deciso dopo che l’amica Vanda, raccontando e mostrandomi immagini di un orfanotrofio in Tanzania, mi diceva che laggiù “aveva pensato a me”.
Così a fine Luglio sono arrivata alla Casa della Gioia, a Tanga paesino tranquillo e accogliente sulla costa: una struttura piuttosto anonima a due piani che si sviluppa attorno ad un cortile interno.
Incontro sister Consolata, la superiora tanzanese, ordine delle Collegine, e ci abbracciamo dopo le videochiamate a distanza.
Lei è il cuore e la mente, la mamma e la colonna portante della casa che ospita circa 80 bambini e giovani. E un paio, piccolissimi, si sono aggiunti alla grande famiglia nel corso del mio mese di permanenza in Tanzania.
Già la mattina dopo, quando durante la messa all’alba vedo i bambini nelle loro divise andare a scuola (le vacanze estive per loro sono già terminate), mi dico che il nome di questo orfanotrofio è perfetto. Si respira armonia e attività e cura: i più grandi verso i più piccoli, come la tradizione africana insegna, e le suore su tutti.
Sister Consolata ama l’agricoltura e i fiori e ne ha fatto una risorsa per i “suoi bambini” ad una trentina di chilometri da Tanga hanno dei terreni, animali, una scuola e un’altra casa. I frutti della terra e gli animali contribuiscono a sostenere la Casa della Gioia. Ed è sempre al lavoro su nuovi progetti per non dipendere solo dalla generosità di tanti, anche dall’Italia.
E’ una dedizione operosa, preghiere che diventano cura quotidiana verso i sorridenti e fantastici bambini e i ragazzi più consapevoli e maturi. Molti dei grandi sono sieropositivi dalla nascita.
Se avete curiosità o volete visitare la Casa del Gioia, sono più che contenta di dirvi di più.
Cristina
criprea22@gmail.com
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