Torno a voi con i saluti da Casa della Gioia e il ringraziamento da parte della Sorella Barberina madre superiora dell’ordine delle Collegine per l’Africa orientale, che oltre alla Tanzania include il Kenya.
Sapere che qui, più a Nord, in Italia, il nome dell’orfanatrofio Casa della Gioia risuona e magari qualche buon pensiero o preghiera viene indirizzato ai piccoli e alle suore che con loro condividono i sorrisi e le lacrime è per suor Barberina e suor Consolata, la superiora dell’orfanatrofio, motivo di speranza e rappresenta una buona dose di energia. E di quanta ne hanno bisogno!
Le notizie di questi mesi successivi al mio mese di agosto laggiù, sono purtroppo cupe per un duplice motivo: ondate di siccità e tanti nuovi bambini che allargano la famiglia già numerosa di Casa della Gioia.
Sia chiaro, ogni bambino viene accolto con amore ed è una benedizione; tuttavia, i tre bimbi arrivati la settimana scorsa hanno in comune una giovane madre dipendente da droghe e incapace di prendersi cura
dei figli e un’infanzia in condizioni di degrado. La povertà, l’uso di sostanze che stordiscono e lo sfruttamento del corpo delle giovani donne sono cause ricorrenti dell’abbandono dei figli.
Per loro si aprono le porte di Casa della Gioia e inizia una nuova vita; purtroppo, i segni di quella vecchia saranno indelebili (ma questa è un altro argomento a cui potremo dedicare il nostro prossimo appuntamento qui, a Dio piacendo).
Citavo prima la piaga della siccità: a una trentina di chilometri dall’orfanatrofio, a Kilapula, si trovano le fattorie e una scuola elementare gestita dalle suore. I terreni e gli animali sono preziosa fonte di
sostentamento per l’orfanatrofio, per gli scolari, oltre al ricavo proveniente dalla vendita del rimanente raccolto, uova, latte, etc.
Mentre io avevo potuto ammirare i campi nel pieno del raccolto di frutta dal sapore indescrivibile, verdura, pomodori giganti, più uova e latte a volontà, negli ultimi due mesi sempre meno si riesce a ricavarnee da terra e animali. Un pozzo permetterebbe di avere per tutto l’anno raccolti abbondanti e pance piene.
Il mio impegno primario oggi, da qui è raccogliere fondi per realizzare il pozzo. Sembra un progetto banale, il solito pozzo da costruire in Africa: eppure farebbe un’immensa differenza per la vita futura di tutti i
bambini, ragazzi e giovani di Casa della Gioia.
Se avete curiosità o volete visitare la Casa del Gioia, sono più che contenta di dirvi di più
Cristina, criprea22@gmail.com
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