La bellezza è negli occhi di chi contempla

Christmas with the yours. Natale con i tuoi.

Christmas with the yours. Natale con i tuoi.

Quest’anno, appena tornata dalle vacanze estive in Italia, sono andata a fare la spesa al supermercato e trovo già qualche scaffale con scritte e prodotti natalizie. Era inizio settembre. Mi ricordo bene di essermici fermata davanti ed aver pensato che fosse decisamente troppo presto…. ma in quel momento due donne hanno notato con entusiasmo la sua presenza e senza pensarci due volte hanno afferrato tutte contente una scatola di “mince pies”, ovvero delle frolle ripiene di uvetta e marmellata tipiche di Natale.

A Novembre, complici le giornate che si accorciano drasticamente, per cui alle 4 del pomeriggio è già buio, si iniziano a vedere case e giardini scintillanti con lucine intermittenti e gonfiabili a forma di pupazzo di neve, renne e l’immancabile “Santa”, Babbo Natale. Non posso certo dire che se ne possa apprezzare la classe, ma quando torno a casa da scuola coi bambini ed è già buio allunghiamo la strada per andare a scovare le case già illuminate e ci mette una certa allegria e stupore.

A inizio Dicembre gran parte dei Comuni, compreso il nostro, organizzano una serata in cui si accendono le luci delle vie e l’albero di Natale cittadino. C’è sempre tantissima gente. Spesso c’è un presentatore famoso, degli spettacoli, poi si fa il conto alla rovescia 10,9,8…..3,2,1 e si accendono le luci. In un secondo si compie l’attesa e si torna tutti a casa.

Nei supermercati vengono trasmesse le canzoni di Natale con i tipici campanellini e ritmi gioiosi: spessissimo le persone cantano ad alta voce, tengono il tempo con la gamba, ci si sorride e si spinge il carrello a ritmo di musica. Tante persone indossano i “Christmas jumpers”, maglioni di dubbia qualità ma con disegni e colori decisamente natalizi, poi ci sono gli orecchini a forma di albero di Natale, il cerchietto con le corna da renna, il cappello di lana come se fosse il copricapo di un elfo o babbo natale.

Insomma, è veramente dura non accorgersi che stiamo entrando nel periodo natalizio.

Ma sono pochissimi i rimandi cristiani. Non ci sono presepi. Sono andata a Londra recentemente e mi ricordo proprio delle luminarie con la scritta “Natale è..” e la soluzione al dilemma erano concetti come “armonia” . Nessun segno di Gesù. Eppure in inglese la parola stessa Natale, ovvero “Christmas”, contiene esplicitamente la parola Cristo. Però di Lui nessuna traccia.

Finché una domenica mattina presto, ascoltando una radio locale, intercetto l’intervista ad un pastore Battista e finalmente si parla dell’Avvento Cristiano. Ho proprio ascoltato con interesse: diceva che il tempo dell’Avvento, tempo di attesa del Natale, è esso stesso importante in quanto periodo in cui ognuno cerca di sistemarsi per arrivare pronto al Natale. Natale arriva sempre, ma non basta attenderlo senza smuovere la nostra vita. Oltre a pensare alle decorazioni per la casa, bisogna guardarsi dentro e chiedersi se ora sono la migliore me che potrei essere. Guardarsi anche un po’ indietro e chiedersi come sia stato questo anno, se sono diventata quello che avrei voluto, a come poter creare le condizioni per migliorare la mia vita ed essere veramente la persona che voglio essere con me stessa, la mia famiglia, i miei amici e la mia comunità.

Ma la vita è frenetica, ci sono tante distrazioni. Si può rimediare negli ultimi giorni? Chiede l’intervistatrice.

Il sacerdote in modo molto sereno e pacato risponde che non è mai troppo tardi. Non è una questione di tempo ma di modalità. Bisogna avere una attitudine di generosità, amore e speranza. L’Avvento è pensare che nascerà Gesù, ma anche che Lui ritornerà. Come cristiani noi crediamo che un giorno ci sarà la venuta del Signore, ci salverà e giudicherà. Riempiamoci di quel sentimento di speranza, attesa e anticipazione. Le cose come sono ora non devono necessariamente rimanere cosi come sono, ma possono migliorare e progredire, noi possiamo essere persone migliori e il mondo può essere un posto migliore.

 

Ha anche aggiunto che Natale da sempre è sempre stato un mix di significati religioso/cristiano e pagano/commerciale. Ci sono prove storiche che le persone si lamentavano della commercializzazione del Natale sin dall’epoca Tudor (XV secolo) ! La vera essenza di Natale è la combinazione delle due cose.

Non conosco bene la Confessione Battista, ma ero contenta che per una volta si parlasse di valori cristiani. Il suo discorso mi ha dato speranza e mi ha offerto spunti per fermarmi a pensare a me e al Natale.

Con la mia famiglia torneremo in Italia per festeggiare Natale: è talmente importante essere contornati dagli affetti più cari nel periodo natalizio, che si acquista il biglietto aereo a Giugno. E’ domanda importante chiedere tra gli immigrati qui in città se si torna oppure no. A volte i biglietti aerei costano troppo, il viaggio è troppo impegnativo. Amici neo-Zelandesi tornano ogni 3 anni, perché ci vogliono 36 ore di viaggio per andare. La mia amica Giapponese non vede l’ora di tornare quest’anno perché manca da parecchio. La famiglia e gli amici di una vita sono preziosi e non scontati per chi vive lontano, va bene sentirsi con i social, ma almeno a Natale si vuole un vero abbraccio. Chi rimane in città si organizza insieme. Ognuno mantiene le proprie tradizioni di modalità, ricette e scambio regali.

La spinta a stare insieme, a pensare dei regali per gli altri e pensare agli altri è innegabile. Le statistiche parlano di “picco di azioni caritatevoli” durante il periodo natalizio. Si pensa ai propri cari, ma anche agli altri, con un occhio di riguardo per chi è meno fortunato. Charles Dickens nel suo Christmas Carol enfatizza l’importanza del condividere quello che si ha, poco o tanto, con gli altri. Ma si rischia di mettere in secondo piano la nascita di Gesu’ perché troppo indaffarati.

Il sacerdote Battista diceva che l’essenza stessa del Natale Cristiano è condividere quello che il Signore ci ha donato con chi ci sta attorno. Specialmente se è meno fortunato. Pensare agli altri e non solo a se stessi. Pensare alla loro felicità. In qualche caso il Natale, purtroppo, può essere il periodo più triste perché viene associato con qualcuno che non è più al proprio fianco. O si guardano gli altri spendere un sacco di soldi e ci si accorge di non averne abbastanza.

Non è mai troppo tardi per “gustare” l’Avvento. Mi auguro e auguro a tutti voi di saper vivere l’attesa e la speranza del Natale dando il meglio di se stessi, nelle condizioni in cui ci troviamo.

Merry Christmas everyone! 

Mary from UK

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