All’inizio del mese mi è giunta una delle tante notizie non buone di questo periodo: mi ha fatto tornare in mente quanto scritto da Papa Francesco nella Laudato Si’ e vorrei condividerlo con voi.
LS 23. Il clima è un bene comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, è un sistema complesso in relazione con molte condizioni essenziali per la vita umana. Esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico.
Negli ultimi decenni, tale riscaldamento è stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del mare, e inoltre è difficile non metterlo in relazione con l’aumento degli eventi meteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno particolare.
L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano.
LS 25. I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità.
Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo
Dieci minuti.
È durata 10 minuti la grandinata che lunedì 26 luglio in Fattoria ha raso a terra le colture annuali.
A detta dei residenti, in Crosara, la località dove ci troviamo, un evento simile non accadeva da circa 20 anni. E noi, nei nostri dieci anni di attività, non avevamo ancora mai visto un evento del genere. Come potevamo?
Ora probabilmente, con il procedere del Climate Change in atto (ce ne siamo accorti molto, troppo, tardi!), la frequenza di eventi eccezionali sarà portata ad aumentare: insomma, potrebbe accadere ancora.
In agricoltura la grandinata è il peggior accidente che possa accadere, perché è inattesa, improvvisa, di difficile difesa…
Le reti antigrandine sono il metodo più sicuro per proteggere il raccolto ed esistono polizze di assicurazione ma entrambe hanno costi altissimi, assolutamente non sostenibili per una realtà come la nostra. Quindi occorre resilienza, capacità di sopportazione, flessibilità e immediata capacità di guardare avanti.
I danni alle nostre colture sono stati ingenti:
- Sono state praticamente azzerate le produzioni in pieno campo di: zucchino, peperone lucano, zucca (dovremo raccogliere quel che c’è per salvare il salvabile), pomodoro da salsa, melanzana, finocchio, lattughe, cavolo cappuccio, fagiolino, mais maranello (8.500 mq!);
- Si salveranno probabilmente il 50% delle invernali appena trapiantate: verza, cavolfiore, broccolo, cavolo romanesco, cavolo nero, porro.
- L’asparago ha avuto un danno molto forte, tanto è che si è deciso di trinciare la vegetazione residua per farla ripartire omogeneamente, ma a scapito dell’accumulo di riserve che la pianta avrebbe dovuto immagazzinare per sostenere la produzione della prossima primavera: ci aspettiamo quindi un forte calo di produzione per la primavera 2022;
- I filari di vite: erano carichi di uva e ora sono completamente rovinati. Inoltre ci sarà una diminuzione della fioritura e quindi della produzione prevista per la prossima annata;
- Nel frutteto non si è salvato praticamente nulla.
Fortunatamente non ci sono stati danneggiamenti alle strutture, né ai fabbricati né alle serre.
L’Associazione, gli Apprendisti, i Volontari… ci siamo subito rimboccati le maniche con un impegno straordinario: abbiamo fatto i trattamenti necessari alla difesa delle piante (quelle grandinate sono molto più suscettibili agli attacchi crittogamici); salvato il possibile in campo e proseguito con il trapianto delle 11.000 piantine di radicchi vari, già previste.
Questa settimana trapianteremo altre piante non previste per compensare in parte le mancate produzioni attese di crucifere invernali (cavolo, verza, broccolo..) ma anche lattughe, finocchio e zucchino. Dobbiamo inoltre raccogliere le patate, le zucche, le cipolle rosse da portare in trasformazione ecc… La lista è lunga.
Fin dai primi giorni, abbiamo ricevuto manifestazioni di solidarietà, aiuti in volontariato, donazioni di beni in natura per aiutarci a superare questo momento.
Ma la conta dei danni ad oggi supera i 20.000€.
Sono necessarie risorse per far fronte alle spese ordinarie a causa dei mancati introiti e agli investimenti straordinari che la situazione richiede, come acquistare nuove piante da trapiantare e salvaguardare la produzione dei prossimi mesi.
E non nascondiamo che questo evento ci mette in difficoltà.
Se vuoi aiutarci, puoi farlo con una donazione tramite bonifico all’IBAN IT52T0501811800000016986986 (Banca Etica)
oppure sulla nostra pagina facebook.
In questo momento qualsiasi aiuto può fare la differenza. Grazie per quello che potrai fare.
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