La bellezza è negli occhi di chi contempla

Con il passo del pellegrino che si gusta ogni cosa

Con il passo del pellegrino che si gusta ogni cosa

Vi racconto la bella notizia della mia settimana vissuta all’ostello S.Agostino e Giacomo di San Gimignano, lungo la Via Francigena, accogliendo i pellegrini diretti a Roma.
Trascrivo pari pari quelle che sono state le parole scritte sul libro dell’ospitaliero, così come mi sono spontaneamente venute l’ultima sera.

Esprimere sensazioni a caldo, dopo questa mia prima esperienza da ospitaliero, è davvero dura.
“Mi si chiede” qualcosa che desidero invece elaborare con la dovuta calma, con lo stile del passo del pellegrino che si gusta ogni cosa.
Forse perchè appunto, saggiamente, ci viene proposto/offerto/richiesto questo impegno, solo dopo aver vissuto almeno un cammino in veste da pellegrini.

Ebbene, cosa porto a casa?

A caldo dico senza il minimo dubbio GLI INCONTRI: sono preziosi questi incontri che giornalmente si ha l’occasione di vivere; dal pellegrino più organizzato che arriva all’ostello alle 11 del mattino ed attende le 14.30 l’apertura, a quello più in ritardo che ti arriva alle 19 di sera, magari perchè si è perso nel cammino, oppure ha fatto molti chilometri.
Da quello più silenzioso a quello più chiacchierone (la lingua diversa non è affatto una discriminante!), da quello a cui probabilmente non gli importa nulla del vero significato del “peregrinare”, a quello che veramente ha dentro vere e profonde domande di senso.

Ma non sono -penso non siamo- qui a giudicare, quanto più ad accogliere, sebbene la tentazione di pregiudizi sia davvero dietro l’angolo.

E’ stata un’esperienza incredibile: per questa mia prima volta sono stato affiancato a Mirta -ospitaliera più esperta- che è venuta con Tiberio, suo compagno di vita, e…ci siamo trovati subito! E’ stato bello completarsi a vicenda, non tanto nella vita pratica delle cose che è necessario seguire prima che i pellegrini arrivino e dopo che sono partiti, quanto più in quello scambio prezioso e profondo di quelle che sono le nostre esperienze con le quali siamo arrivati ad incontrarci e che ciascuno ha inevitabilmente portato con se “da casa” nel proprio zaino che è la vita.

Non abbiamo vissuto questa settimana da pellegrini con qualcosa da portare tutti i giorni, ma tutti i giorni abbiamo portato quello che siamo, negli incontri, anche tra noi!
Che preziosi momenti di scambio ho vissuto!
Quanta umanità che ho trovato, ho incontrato e che porto a casa.
Davvero, come scrivevo ad alcuni amici durante la mia permanenza, credo che siamo tante piccole gocce nell’oceano; davvero, io sono una piccola goccia soltanto.
Mi piace pensare e mi fa stare bene sapere di essere stata una goccia “salata”, ossia che ha donato un po’ di sapore a qualcuno, come dice quel bel passo del Vangelo di Matteo (Mt 5, 13-16): “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa si renderà salato?

Non ultima, la relazione con il tempo: mi sono accorto -è magari cosa banale- di quanto tempo a volte paradossalmente ricerco nelle incalcolabili corse di ogni giorno; stare qui, vivere qui una settimana con i suoi ritmi giornalieri, senza fretta, ritmi umani, mi ha insegnato che, tutto sommato, anche in questi tempi folli, si possa scegliere di vivere in un modo del tutto opposto.

Non sono tornato a casa dicendo che “spero sia così a partire da domani” -sarebbe una speranza vana-, quanto più voglio dire che desidero impegnarmi affinchè questo diventi sempre più uno stile di vita scelto, senza più affanni non necessari, senza più “pre-occuparmi” , ma con più “occuparmi”!

Ecco, pensavo di non aver “nulla da dire”….

Ultreya, Semper!
Fabio

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