La bellezza è negli occhi di chi contempla

Corpo: madre e figlio..

Corpo: madre e figlio..

“…Spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
Prendete, e mangiatene tutti:
questo è il mio Corpo
offerto in sacrificio per voi.”
 
Ogni volta, ascoltando queste parole, ho immaginato che ci fosse Maria sull’altare. Che ascoltasse anche lei e cogliesse ciò che sarebbe successo al suo amato figlio. 
Mi sono sempre chiesta cosa abbia provato nell’accogliere un gesto tanto immenso quanto estremo da parte di Gesù,  che arriva a donare la sua stessa vita. Una mamma che amando il proprio figlio fosse in grado di lasciarlo libero, di accettare la sua volontà, anche se non in grado di capirla fino in fondo. Anche se le causava un dolore immenso.
 
E così durante la gravidanza ho iniziato a chiedermi se anche io un giorno fossi stata capace di accogliere e accettare mio figlio e la sua volontà così come ha fatto lei. Ovviamente nel suo piccolo!!!
 
E poi mi ritrovo a guardare il piccolo Elia, che da pochissimi mesi ha preso la mia vita e la mia fede e lentamente le ha scombussolate, lanciandole per aria come fossero dei dadi!
 
Chiaramente non mi so dare risposta al quesito iniziale. Per ora passo molto tempo a guardarlo negli occhi, contemplandolo come una grazia infinita che sicuramente non merito. 
 
Per quanto riguarda la mia fede, ondeggia come in un mare pieno di cavalloni. Il nuovo arrivato ha trasformato i gesti di spiritualità divenuti ormai quotidiani e i momenti di preghiera ben scanditi nelle giornate in banali ninna nanne al suon di “dolce sentire” o brevissime preghiere durante i bagnetti.
Eh sì, perché ad oggi questi sono divenuti i miei principali spazi spirituali, se così poi si possono chiamare!
 
Molto di cui ho sempre pensato fosse importantissimo nella mia vita – come  il lavoro, le relazioni, la missione, il dedicarmi al prossimo e la fede stessa- è stato, come dire, offuscato da questo scricciolo che al contrario si è preso la totalità della mia attenzione.
Spesso mi chiedo se i punti saldi che hanno sempre fatto parte di me torneranno mai ad avere un posticino nel mio cuore!
 
La verità è che per un po’ di tempo mi sono sentita arida, e non nego di sentirmi tale tutt’ora. 
Mi dico che da quando c’è il piccolo Elia non riesco a viver la fede a pieno. 
Mi sono chiesta se senza dei gesti divenuti anche routinari, la mia fede valesse meno.
Sento ad esempio tanto la mancanza della preghiera e mi chiedo: perché? 
 
E così ricercando in ogni dove un nuovo modo per viver la fede… mi sono ritrovata come Maria stessa che mentre cercava Gesù al sepolcro non si rese conto che l’aveva proprio davanti ai suoi occhi e le parlava. 
 
Forse ora mi è semplicemente chiesto di viver la fede  dedicandomi a pieno a questo nuova creatura. Che ha solo bisogno di ricevere amore
Ed è  così che Elia stesso si trasforma da “causa in rimedio”! 
Per farmi guardare tutto con occhi diversi e più puri,  facendomi dire grazie per il dono della sua presenza nella mia vita,  pregare  perché tutte le famiglie che stanno ricercando un bambino possano condividere anche loro questa gioia e un infinità di altre intenzioni che  ora ometto perché renderebbero questo testo oltre che contorto infinitamente lungo!!!!!
 
Magari questo tempo anche se mi sembra di stare accanto a Gesù  in maniera silenziosa un po’ come il bue al tempo della sua nascita, potrebbe trasformarsi in  un occasione utile per purificare l’immagine che ho di Dio e della fede.. che forse erano un po’ idealizzati.
Certa che solo l’affidarmi completamente mi condurrà sempre e comunque verso di Lui.
 
Alla fine “il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va a finire”. Forse basta mettersi nella giusta direzione per sentirlo meglio!
 
Giulia 
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