Opera: Decollazione di San Giovanni Battista
Michelangelo Merisi, detto il “Caravaggio” – 1608
Olio su Tela: 361 x 520 cm
Nessuno meglio di San Giovanni Battista, il Precursore e Profeta, ha annunciato “la Bella Notizia” per eccellenza: la venuta di Cristo.
Lo ha fatto riconoscendolo con un sussulto già nel grembo di sua madre Elisabetta: con questa narrazione abbiamo una prima efficace fotografia, forte e tenera allo stesso tempo e per questo bella di per sé.
Date le precise descrizioni dei Vangeli, l’iconografia di questo Santo è tra le meglio riconoscibili: i piedi nudi, la veste di peli di cammello, capelli lunghi e incolti. Tutto ciò evoca un personaggio trasandato, quasi un “selvaggio” che “si cibava di locuste e miele selvatico”.
Gesù va da lui, persona umile, spesso considerato un pazzo dai contemporanei e da lui si fa battezzare.
Nelle nostre realtà, nelle nostre città esistono e ci accorgiamo dei “Giovanni”?
Siamo disposti a chiederci se esiste la Bellezza dietro a persone indigenti, sporche, trasandate, che parlano come outsider?
Siamo disposti a “guardarle” meglio, a non fermarci alla loro apparenza?
Siamo capaci di non limitarci al solo “vedere”, ma anche ad educarci al “guardare”, ad “osservare” per capire, per cercare ciò che Gesù ci ha chiesto?
Sappiamo poi del martirio violento di san Giovanni.
Ci fa orrore o no immaginare tanta violenza in un gesto così fulmineo e simbolico come la sua decapitazione?
L’opera scelta, tela di grandi dimensioni di Caravaggio, una delle sue opere più importanti, non può lasciarci indifferenti sia dal punto di vista estetico che del significato.
La scena principale si svolge nella sola porzione inferiore sinistra del quadro; la rimanente superficie è gestita con semplici elementi e campiture omogenee. La fune posizionata come cornice sul lato destro narra quanto accaduto prima dell’evento narrato, cioè il momento antecedente la
decollazione.
Al cuore della scena si giunge soprattutto grazie alla potenza del chiaroscuro e alle linee compositive delle figure presenti: il piedritto destro su cui poggia l’arco prosegue con il braccio verticale teso del boia che comprime la testa del Battista, il cui collo è già sanguinante per il primo colpo sferrato con la spada.
Il drappo rosso simboleggia il suo martirio, che anticipa quello di Gesù.
Il sangue e l’incarnato bianco di Giovanni, così come le espressioni dei soggetti, descrivono l’evento: sui loro volti si manifestano orrore e crudeltà, curiosità e pietà.
Se siamo capaci di vedere e reagire a tutto questo, di provare un sussulto di fronte a tutto ciò, questo è bello.
Rosi Ghezzi
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