La bellezza è negli occhi di chi contempla

Dire “Grazie”

Dire “Grazie”

Nel Vangelo che abbiamo appena ascoltato, l’evangelista Luca ci racconta quello che accade durante il viaggio che Gesù sta facendo verso Gerusalemme. I suoi discepoli lo accompagnano ed insieme sono ormai giunti nel territorio della Samaria. Stanno per entrare in un villaggio, quando un gruppo di 10 lebbrosi va incontro al Maestro di Nazareth.

Al tempo di Gesù c’erano tanti lebbrosi e quando qualcuno era colpito da questa malattia, veniva fatto allontanare dalla città, per non contagiare tutti. Doveva restare lontano e, se guariva, doveva andare a presentarsi al sacerdote del tempio, il solo che poteva dichiarare che quella persona era veramente guarita e poteva tornare alla sua vita di sempre.

I 10 lebbrosi si fidano della parola di Gesù e si avviano per la strada. Ancora non c’è stato nessun miracolo, non c’è stata nessuna guarigione, ma si fidano di Lui e si mettono in cammino. È la loro fede che rende possibile il miracolo. E mentre vanno, guariscono.

Immaginiamo la loro gioia. Finalmente sono di nuovo sani, finalmente sono liberi di tornare a casa loro, alla loro vita di prima. Non vedono l’ora di arrivare dai sacerdoti, per poter poi correre a casa, dai loro cari. Guariti e contenti, continuano la loro strada verso il tempio. Non tutti, però. Uno di loro, uno solo, si comporta diversamente. Quando si accorge di essere guarito, torna indietro da Gesù a dirgli grazie perchè gli ha ridonato la salute. Percorre la strada del ritorno cantando di gioia e lodando il Signore Dio e quando arriva da Gesù, si getta ai suoi piedi e comincia a ringraziarlo.

Che strano: 10 guariti e uno solo dice grazie. Ma soprattutto è importante sottolineare il fatto che l’unico che torna a ringraziare è un samaritano, uno straniero. Gesù è contento che quel samaritano guarito si mostri riconoscente e proprio per questo gli fa un dono ancora più grande della salute che ha appena ritrovato. Dicendogli “Alzati e va; la tua fede ti ha salvato!”, il Signore Gesù vuole sottolineare come l’anima di questo samaritano sia stata salvata.

La lebbra è sì una brutta malattia, il non saper dire grazie, è una malattia ancora più brutta e più triste.

Dei 10 lebbrosi che Gesù incontra lungo la strada, tutti sono guariti dalla lebbra, ma 9 di loro restano con il cuore buio, con il cuore pesante, il cuore di chi non sa dire grazie. Penso che tutti siamo felici di sentire un bel grazie quando offriamo un dono a qualcuno oppure quando facciamo un gesto gentile. Se nessuno ci dice grazie, ci restiamo male, ci dispiace.

Il Vangelo di questa domenica ci rivela che anche il Signore Gesù si dispiace quando si accorge che di fronte al regalo enorme di riavere la salute, nove persone non tornano neppure a dire grazie.

È bello sapere di poter somigliare a Dio nel desiderio di incontrare la gratitudine delle persone che abbiamo intorno. Per Dio, così come per noi, è bellissimo sentirsi dire grazie!

 

Io mi ricordo, almeno qualche volta, di dire grazie al Signore Dio?

Ci sono tanti modi diversi per pregare e uno dei più belli è proprio ringraziare. Dire grazie a Dio perché siamo vivi, perché ci sono persone che ci vogliono bene. Dire grazie per il sole di una bella giornata e per la pizza mangiata con gli amici. Dire grazie al Signore per una bella corsa in bici, per tutte le cose nuove che impariamo a scuola. Dire grazie per le risate con mio fratello, per le coccole sul divano, per il letto caldo e morbido in cui mi addormento ogni sera…Quanti, quanti motivi ci sono ogni giorno, per ringraziare il Signore!

 

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