La bellezza è negli occhi di chi contempla

Domenica che precede il martirio di san Giovanni il Precursore

Domenica che precede il martirio di san Giovanni il Precursore

Mt 10, 28-42

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.

 

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

 

 

Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

 

 

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare “l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera”; e “nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa”. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.

 

 

Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

 

Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

#fede #sensodellavita #perChi? #amore

Sembrano terribili le parole di Gesù, forse che sia venuto per “dividere“? Non era opera del diavolo la divisione? Occorre meditare per capire qual è la bella Notizia. Anche oggi, infatti, troviamo nella storia della salvezza in questa liturgia estiva un episodio di fede grande: quella della madre e dei suoi 7 figli, i Maccabei, disposti a perdere la vita per restare fedeli a Dio. Non so chi di noi è disposto a morire, anche per molto meno, per qualcuno… 

Commoventi, profonde, sovrumane le parole della Prima lettura (2 Mac 7,1-2.20-41): “Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita”. “Di nuovo si riconcilierà con i suoi servi”. “Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato un breve tormento, per una vita eterna sono entrati in alleanza con Dio”. “Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore..”

Anche Paolo, uno che ne ha passate davvero tante prima di morire martire a Roma, sembra ribadire la stessa fede, la stessa forza, la stessa salda convinzione: “In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi”; “convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi”. (2Cor 4, 7-14)

Così lui esprime la sua fede. (“credere” in ebraico è restare saldi come una roccia, se non ricordo male; è il verbo da cui deriva il nostro AMEN)

Siamo chiamati a meditare sul senso della vita, che innanzitutto non ci siamo dati, è dono di Dio, Lui ci ha messi al mondo. Per cosa? per chi? per soffrire, per morire? A volte ci capitano cose tremende, a volte ci lamentiamo per poco (come per il caldo afoso in queste settimane o per i lunghi periodi di pioggia a Giugno).

Non vorrei rischiare di diventare retorica, allora lascio aperto la domanda. Tutti ce la siamo fatta. Per cosa vale la pena morire? Che valore ha la mia vita?

Sembrano le medesime questioni poste dal brano del Vangelo di oggi: vale più la vita o la fede in Dio? Addirittura ci viene chiesto a che posto mettiamo nostro padre, madre, la nostra stessa vita: dovrebbe esserci prima Dio!  Tutte queste cose (o meglio, persone e relazioni) sono frutto dell’amore -e non come possesso ma come offerta di sè, dono– e solo in Dio trovano origine, come ci ricordano le parole della madre dei Maccabei.

Allora il mondo si divide tra coloro che vivono per amore oppure per altro.

Ricordando e custodendo nel cuore queste parole del Vangelo, che annunciano il nostro grande valore agli occhi di Dio,  “Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!“, soprattutto nei momenti duri della vita, ti preghiamo, Signore, Tu che ti sei fatto in tutto uomo come noi, hai vissuto le relazioni, la famiglia, l’amicizia, il lavoro, tutta la vita come noi, donaci oggi un briciolo della tua fiducia filiale in Dio Padre, perché ogni cosa possa trovare senso a partire da qui. Tu non ci chiedi di rinunciare a tutto, ma vuoi che tutto abbia senso, e solo in Dio questo è possibile, vero, bello. Non abbandonarci nella nostra fragilità umana, ma sostienici con il Tuo Spirito d’amore. Aiutaci a fare della nostra vita un dono quotidiano. E questo è l’essenziale della vita!

 

 

 

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