Concludiamo la Quaresima, iniziando la Settimana Autentica, aiutati sempre dal commento preparato dal Gruppo Pedagogico dell’AC Ambrosiana, che puoi trovare anche sul sito AC diocesano.
Gv 12, 12-16
Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
“Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d’Israele!”.
Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto su un puledro d’asina.
I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.
Gesù entra a Gerusalemme accolto da una folla festante, la stessa che dopo due giorni lo tradirà nella piazza, scegliendo Barabba e condannandolo alla crocifissione, ma che oggi è pienamente felice di incontrare il Re della pace.
Anche Gesù è contento, perché, da uomo, vive il tempo che attraversa. Lo sono i discepoli, tanto da dimenticare le Scritture quando lo vedono salire su un puledro.
Come nelle altre domeniche di Quaresima, la Parola ci accompagna a capire un po’ meglio chi è Gesù.
Oggi leggiamo che Gesù è il Re di cui le Scritture parlano ed è un Re mite. Ma leggiamo anche che Gesù è gioia piena, è gioia piena oggi.
Ecco che Gesù, senza invito, entra con mitezza nel nostro cuore per portare una gioia piena, una gioia che apre e che chiuderà la Settimana Autentica. Il sacrificio della Croce, nel mezzo, non la sconfigge!
Preghiera
Ti chiediamo, Signore Gesù,
di guidarci in questo cammino
verso Gerusalemme e verso la Pasqua.
Ciascuno di noi intuisce che tu,
andando in questo modo a Gerusalemme,
porti in te un grande mistero,
che svela il senso della nostra vita,
delle nostre fatiche e della nostra morte,
ma insieme il senso della nostra gioia
e il significato del nostro cammino umano.
Donaci di verificare sui tuoi passi
i nostri passi di ogni giorno.
Concedici di capire, in questa settimana che stiamo iniziando,
come tu ci hai accolto con amore,
fino a morire per noi,
e come l’ulivo vuole ricordarci
che la redenzione e la pace da te donate
hanno un caro prezzo,
quello della tua morte.
Solo allora potremo vivere nel tuo mistero
di morte e di risurrezione,
mistero che ci consente di andare
per le strade del mondo
non più come viandanti
senza luce e senza speranza,
ma come uomini e donne
liberati della libertà dei figli di Dio.
Carlo Maria Martini
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