Feria prenatalizia dell’Accolto

Luca 2, 1-5

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

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Le informazioni storiche, pur essendo imprecise, comunicano una realtà fondamentale: la nascita di Gesù avviene nell’ambito di un censimento di “tutta l’umanità”. Anche Gesù quindi è censito, rientra nel novero di tutti gli uomini. Non è estraneo, fa parte anche lui della famiglia umana.

Un censimento era uno strumento di potere e sottomissione: serviva per controllare i popoli sottomessi e per avere un elenco utilizzabile per meglio riscuotere le tasse. La famiglia di Gesù non si sottrae a questo dominio, non mette in atto forme di resistenza politica. Questo comportamento sembra già introdurre lo stile di Gesù e dei cristiani, volto a un dominio che non è politico, non è di questo mondo.

La famiglia di Gesù deve recarsi a Betlemme, la città di Davide: ma come, non era Gerusalemme la città di Davide? Betlemme era la sua città quando ancora non era re, ma un pastore. Anche qui una scelta che sembra prendere le distanze da una forma di potere “umana”.

Un’altra contrapposizione si nota: la forma di dominio dell’Impero Romano ha al vertice un uomo che divinizza sé stesso. Augusto vuol proprio dire “degno di venerazione”. Proprio l’opposto di un Dio che diventa uomo!

Rifletto su un Dio che rifiuta ogni tipo di potere terreno e “si mette in fila”, con gli ultimi, per farsi censire, schedare. Dove ritrovo queste situazioni nel tempo presente?