La bellezza è negli occhi di chi contempla

Formazione

Formazione

Riflettendo in fraternità su questo aspetto della nostra vita, ci siamo resi conto che la parola cambia sfumature e destinazione a seconda dello sguardo di chi la osserva.

Si può intendere formazione come costrizione di un soggetto/oggetto in una forma per uno scopo preciso, come ad
esempio nella costruzione della torre di Babele (Gn 11), per la quale si era scoperto che tanti mattoni creati in un determinato modo, tutti identici, erano necessari per costruire l’edificio e quindi l’omologazione era sicurezza e certezza di riuscita del progetto.
Tante volte nelle nostre realtà, funziona proprio così, si cerca l’appiattimento del singolo perché possa essere sostituito da un altro con molta facilità, oppure si cerca l’omologazione per uno scopo comune, più siamo uguali, più abbiamo la stessa idea e la stessa forma, più “l’opera” che ci è affidata riuscirà e sarà salva.

Capiamo bene, sia dal brano biblico che dalle nostre esperienze, che questa realtà di cose è escludente e svilente delle peculiarità dell’essere umano, ma molto spesso è proprio il pensiero che sta dietro a tante situazioni, pensiamo, tra molti esempi, allo sfruttamento del lavoro dei braccianti agricoli o in alcune fabbriche dove il dipendente è solo una piccola parte “sacrificabile” di un sistema molto complesso, che può essere trattato come uno di tanti “pezzi” e sostituito senza troppe preoccupazioni.

 

Pensiamo, invece, che il pensiero cristiano che sta alla base della parola formazione sia di tutt’altra pasta. Crediamo che la forma che la persona è chiamata a prendere non sia determinata da una sorta di omologazione, ma risponda, innanzi tutto, al principio dello Spirito Santo che dona ad ognuno di noi carismi e particolarità differenti e multiformi (1Pt 4).

Crediamo in un’unica omologazione che è quella a Cristo Vivo e Risorto che chiede a ognuno di noi di rispondere in modo personale alla sua chiamata.

Da qui nasce la cura e il sostegno della Chiesa al singolo, alla sua storia. Per questo, per la Chiesa è impossibile generalizzare!
Ognuno di noi si mette accanto, è prossimo, di quel fratello specifico con i suoi sogni, i suoi desideri, i suoi progetti e il suo percorso. Da qui nasce la cura per le persone, ma anche per l’ambiente e la nostra Madre Terra, perché possa rispondere alla vocazione per cui il Padre l’ha creata.

Crediamo fortemente che Dio Padre abbia la necessità di questo tipo di formazione, perché un padre non può amare in modo generico e uguale, poiché ognuno di noi non è uguale all’altro ma ha caratteristiche personali, uniche e irripetibili.

Quindi crediamo che la Vita del cristiano sia seguire il Maestro, Gesù, che partendo dal centro di te, dalla tua particolarità, dalla tua libertà di figlio, ti conduce ad essere copia del Cristo Risorto, ognuno nel suo modo.

In questo ci aiutano i Santi che la Chiesa ci dona, non come esempi da imitare o santini da adorare, ma come strade possibili da percorrere, tutte diverse e tutte particolari.

La formazione sta nel comprendere in quale modo la tua vita diventa santificazione di Cristo, benedizione per le persone che camminando e incontri lungo la strada.

Una pensiero anche a chi la formazione la esercita per lavoro, conosciamo tanti insegnanti e professori e vediamo che più sono accesi di questa luce, del cercare di far emergere la vocazione dell’altro per quello che è, senza imporre una forma a tutti i costi, senza trattare l’alunno come un vaso da riempire di nozioni, più il ragazzo o la ragazza riesce a prendere la sua forma e poter così vivere la sua libertà e la sua piena umanità con Gioia.
L’insegnante e la scuola allora sì che fanno la differenza nella vita di molti giovani, nel far essere l’alunno il migliore SE STESSO possibile.

Martina, Fraternità Evangelii Gaudium

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