La bellezza è negli occhi di chi contempla

Giovedì della settimana della 2° domenica dopo Pentecoste

Giovedì della settimana della 2° domenica dopo Pentecoste

Lc 5, 36-38

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai farisei e agli scribi una parabola:

 

«Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il
nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo.

 

 

E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi».

Questo brano di Luca potrebbe intitolarsi “La paura del cambiamento”.
Contestualizzando il momento, incontriamo Gesù che deve quasi giustificare i suoi, perché non si conformano alle usanze imposte dalla tradizione di scribi e farisei, ma adeguano la scelta di cosa sia giusto fare alle circostanze; stanno imparando da Gesù a lasciarsi ferire dalla realtà e a giudicarla secondo tutti i fattori che la compongono, quindi a vivere!

Scandalo! Per i farisei (ipocriti) tale atteggiamento è un inciampo che non permette a chi li incontra di procedere spediti per il cammino tracciato nel sentiero di secoli e secoli, senza mai una verifica, senza mai una considerazione, senza mai un cambiamento….

Perché il cambiamento fa tanta paura? Ce lo spiega con la sua semplicità Papa Francesco:

“…l’uomo deve avere il cuore aperto”. L’atteggiamento di chi dice: «Sempre è stato fatto così…» nasce in realtà da «un cuore chiuso». Invece «Gesù ci ha detto: “Vi invierò lo Spirito Santo e lui vi condurrà fino alla piena verità”».

 

Dunque se tu hai il cuore chiuso alla novità dello Spirito, mai arriverai alla piena verità. E la tua vita cristiana sarà una vita metà e metà, una vita rattoppata, rammendata di cose nuove, ma su una struttura che non è aperta alla voce del Signore: un cuore chiuso, perché non sei capace di cambiare gli otri».

 

I cristiani ostinati nel sempre è stato fatto così, questo è il cammino, questa è la strada”, peccano: peccano di divinazione»: è come se andassero dalla chiromante. Insomma, alla fine risulta più importante quello che è stato detto e che non cambia; quello che sento io — da me e dal mio cuore chiuso — che la parola del Signore.

 

E questo è anche peccato di idolatria: l’ostinazione. Il cristiano che si ostina, pecca. Pecca di idolatria.

 

La sequela di Gesù, l’irruzione di Dio nella nostra vita portano inevitabilmente novità, rinnovamento, freschezza…Ma occorre da parte nostra un cuore aperto e una fiducia grande e concreta nello Spirito Santo, per cambiare otri e stoffa e, in fondo, ricominciare a vivere davvero!

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