La bellezza è negli occhi di chi contempla

Giovedì della settimana della IV Domenica dopo Pentecoste

Giovedì della settimana della IV Domenica dopo Pentecoste

Luca 7, 18-23

In quel tempo. Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni li mandò a dire al Signore Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».

 

In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi.

 

Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia”.

 

E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

#precursore #rivoluzionario #libertàdiCuore

Giovanni Battista, il precursore, ovvero “chi anticipa nel tempo idee, concezioni, scoperte che verranno realizzate pienamente in età futura; chi precorre, chi va innanzi ad altri”. Questa la definizione del vocabolario Treccani e che calza a pennello con l’immagine di quest’uomo singolare che i Vangeli univocamente ci rimandano.

Alla luce di questa definizione è lecita l’indagine condotta da Giovanni attraverso due dei suoi discepoli che vogliono sapere da Gesù stesso la conferma circa la propria identità di Messia: se il suo compito è quello di rivelare qualcosa che troverà compimento nel futuro, non può permettersi di sbagliare, fornendo indicazioni sbagliate…. In altri termini, non gli importa che il Messia sia proprio quell’uomo, figlio di sua parente Maria e del suo sposo Giuseppe carpentiere, nato e vissuto a Nazareth ecc. Lui o un altro non importa: “Sei Tu? Se no non c’è problema, ne aspettiamo un altro”….

Il dubbio nasce in Giovanni e nei suoi discepoli perché questo Gesù non corrisponde all’idea di Messia che alberga nel cuore di tutti da tempi lontanissimi: si aspettavano un uomo d’azione, un rivoluzionario, un sobillatore di folle, un combattente, un liberatore. Gesù è un uomo d’azione, ma il suo modo di agire non mira a sovvertire un ordine costituito; è un rivoluzionario, ma la sua è una rivoluzione nel modo d’amare e di relazionarsi con il prossimo; è un sobillatore di folle, ma lo fa trascinandole nell’ascolto di una verità che arriva dritta al cuore e si prende cura dei loro bisogni elementari; è un combattente, ma senza armi e violenza, solo con la tenerezza e lo sguardo mite di chi è attento all’uomo; è un liberatore, ma il potere e le catene che Lui distrugge è quello del male e del peccato.

Dunque, caro Giovanni Battista il precursore, Gesù ti manda a dire che è esattamente Colui che stavate aspettando, ma non secondo lo schema che stavate aspettando: e chiede di aprire gli occhi, di spalancare il cuore per guardare quello che compie e come lo compie e, non ultimo, nel nome di Chi lo compie. Dalle sue opere può essere riconosciuto. Accogliendolo per quello che è non sarà più scandalo, ovvero inciampo, ostacolo da aggirare, ma novità da accogliere, seguire, amare.

Chiede a noi la stessa cosa, la stessa liberà di cuore: chiede a noi di abbattere il pre-giudizio, il pre-concetto….quel pre che ci fa confezionare un Dio sulla nostra misura, invece di metterci alla sequela di Colui che compie il nostro destino di figli dello stesso Padre.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo.
Perché mi dai gioia, Signore,
con le tue meraviglie,
esulto per l’opera delle tue mani
Se i malvagi spuntano come l’erba
e fioriscono tutti i malfattori,
è solo per la loro eterna rovina,
ma tu, o Signore, sei l’eccelso per sempre (Salmo 92)

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