La bellezza è negli occhi di chi contempla

Giovedì della settimana della penultima domenica dopo Epifania

Giovedì della settimana della penultima domenica dopo Epifania

Mc 11, 15-19

In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, Gesù si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio.

 

 

E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte
le nazioni”? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».

 

Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.

#DioAmaEBasta! #comeSiEduca

Il cap. 11 di Marco inizia con il racconto dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme: è un momento particolare nella vita del maestro, che ha ormai imboccato la strada dell’offerta di sè e non intende retrocedere di un passo.

E’ quindi comprensibile anche umanamente, leggendo queste pagine, che Gesù si esponga chiaramente davanti a tutti con una certa “energia”, forse al limite dell’intemperanza: lo abbiamo visto nella maledizione al fico sterile (Mc 11 12-14) e lo vediamo ancor di più nel brano odierno, quando non frena la sua rabbia nei confronti dei mercanti e dei cambiavalute, non limitandosi alle parole ma passando ai fatti, e che fatti! Rovescia
tavoli e sedie, impedisce il passaggio della merce attraverso il tempio, e chissà che altro….

Credo che questa frustrazione del Figlio di Dio non derivasse dal fastidio per il disordine che si creava nel Tempio a causa di queste presenze ingombranti, bensì un dolore profondo verso questi fratelli che non riuscivano a concepire quanto l’amore di Dio non potesse essere considerata merce di scambio!

Dio non concede favori in base a quanto noi gli presentiamo, non è un “distributore di grazie” che offre gettoni in cambio di olocausti… Il Padre ama e basta, e chiede amore e basta! Il Padre ama per primo, indefettibilmente, gratuitamente, senza pretesa alcuna, se non il nostro permesso di lasciarci invadere dal suo amore!

Un’altra sottolineatura: Gesù trasforma questo momento così “turbolento” in occasione per insegnare; non si limita a fare una sfuriata ma “insegnava loro”. Impariamo da Lui, che si è definito mite e umile di cuore, come si educa: possiamo anche perdere la pazienza, cedere alla reattività, ma poi bisogna recuperare, correggere il tiro e dare le ragioni.
“Il popolo era ammirato del suo insegnamento” tanto che i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di farlo morire, avevano paura di Lui… Gesù educa chi incontra, con un amore unico, che non lascia indifferenti, che può cambiare lo sguardo, il cuore, la vita, tanto da costituire una provocazione per chi non lo vuole accogliere, adesso come allora.

Siamo disposti lasciarci educare da un amore così? Siamo disposti a diventare educatori così?

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