La bellezza è negli occhi di chi contempla

Giovedì della settimana dell’ultima Domenica dopo l’Epifania

Giovedì della settimana dell’ultima Domenica dopo l’Epifania

Marco 13, 9b-13
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni.

 

 

E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno.
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

Gesù sta sempre salendo verso Gerusalemme, dove, Lui sa, si compirà il Suo dono totale per l’umanità intera…e promette alla Sua Chiesa, non il trionfo umano, ma la sconfitta umana e la sofferenza.

La nostra natura ci fa rifuggire dalla sofferenza. Soprattutto quando la viviamo su noi stessi.
E ci ribelliamo dentro, perché non ne capiamo il senso: “ma come?? Amo tutti, do le mie energie e il mio tempo a tutti, sono buono con tutti….e sono disprezzato, contestato, sconfitto…”
Quale è il senso per cui l’amore del Padre mi mette nelle sofferenze e nelle persecuzioni che vivono i discepoli, così come successe per le sofferenze e per le persecuzioni, subite da Gesù?

Suona paradossale, ma non fu l’odio del mondo a decidere il senso delle sofferenze di Gesù. Fu l’amore del Padre a decidere il senso delle sofferenze di Gesù.
Infatti, nelle sofferenze e nella morte di Gesù, non si verificò il trionfo dell’odio sull’amore; non si verificò il trionfo della morte sulla vita, non si verificò il trionfo del disegno di Satana su quello di Dio.
Nelle sofferenze e nella morte di Gesù la potenza di Dio fece trionfare l’amore, la vita, il bene, la sua misericordia paterna.

Un paradosso che fa tremare i polsi. Gesù predice che la potenza di Dio, lo Spirito santo, realizzerà la stessa cosa nella sofferenza dei suoi discepoli.
L’odio del mondo sottopone a persecuzione i discepoli di Gesù, per ridurli a niente. Lo Spirito di Dio, invece, fa sì che il loro soffrire e morire diventino una sola cosa con il soffrire e il morire di Gesù. E Gesù crocifisso, come fece con il buon ladrone, renderà il soffrire e il morire, di chi gli sta accanto, un evento di salvezza piena e definitiva.

Preghiera
Vieni, Spirito Santo, la nostra intelligenza si arrende a volte davanti ai paradossi della volontà di Dio Padre. E la nostra carne rifugge la sconfitta, il dolore, la sofferenza. Sii tu solo a darci consolazioni profonde, perché tu solo, con Dio Padre e con il Figlio Suo, guidi la storia di questa umanità.

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