Giovanni 12, 37-43
In quel tempo. Sebbene il Signore Gesù avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?».
Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: «Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca!».
Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui. Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio.
Capiamoci: qui l’interlocutore di Gesù è la folla.
La folla indistinta (forse quella che incontriamo ogni giorno) che ha visto e goduto di tanti “segni” operati da Gesù: da ultimo la resurrezione di Lazzaro. E che qualche versetto prima, osanna Gesù quale “Figlio di Davide”.
Eppure, la folla non crede in Lui.
Crede nella propria pancia, nel proprio benessere, nel proprio interesse spiccio, nelle sicurezze umane. E confida che Gesù sia lo strumento per ottenere tutto ciò.
Ma noi? Anche noi abbiamo qualche “strato” di folla dentro di noi?
Anche noi abbiamo l’”occhio cieco” e il cuore duro”??
E forse per noi si aggiunge un’altra tentazione, più sottile e insidiosa. Noi siamo persone attive nella Chiesa e profondamente convinte nell’appartenenza a questa. E per la Chiesa ci impegniamo, ci sacrifichiamo e corriamo.
Ma anche la Chiesa, in tutte le sue dimensioni, è comunità di uomini e donne: e così, forse, qualche volta, anche per noi è vero che ricerchiamo la “gloria” e gli “applausi” degli altri compagni e compagne di comunità? Applausi che ci rendono ciechi e non più in ricerca della gloria di Dio??
Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da’ gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltà.
Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
(dal Salmo 113B)
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