La bellezza è negli occhi di chi contempla

GIUSTIZIA

GIUSTIZIA

Un brano di Vangelo che ci è molto caro dice: “Cercate innanzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia” (Mt 6,33).
Ogni volta che rileggiamo questo versetto sorgono dal cuore tante domande, ma le più pressanti e urgenti sono: dov’è il Regno di Dio? Dove lo cerco? Che caratteristiche ha? E anche: come faccio a
comprendere il modo di fare giustizia di Dio? E cosa c’entra con la nostra vita?

Tutte le volte la Parola di Dio ci aiuta ad accendere qualche luce su questo: ci parla di lievito nella pasta (Mt 13,33), di luci che illuminano (Mt 5, 14-16), di pecore e dracme ritrovate (Lc 15, 4-10). Il Regno di Dio ha quindi la caratteristica della gioia e della semplicità di gesti e situazioni.
Il Regno si vela della quotidianità e si svela nella semplicità delle cose, come la nascita di un bambino che è cosa straordinaria ma anche ordinaria.

Una volta compresa la semplicità del Regno, però, come rispondere alla domanda sulla giustizia di Dio? Dove cercare traccia?

Ancora una volta il Vangelo ci apre dei sentieri: la donna adultera perdonata (Gv 8,1-11), i lavoratori dell’ultima ora pagati come i primi (Mt 20, 1-15) o il ladrone sulla croce (Lc23, 39-43).
La giustizia di Dio, quindi, si delinea come misericordia, come accoglienza nonostante tutto e tutti, come uno spalancare le braccia anche se disprezzato, come il Padre misericordioso che accoglie il figlio minore che ha deciso di allontanarsi da lui e lo ha rinnegato, ma che invita anche il figlio maggiore che gli è rimasto accanto per convenienza a fare festa nonostante il figlio non accetti questa vicinanza (Lc 15, 11-32).

Un altro tratto della giustizia di Dio è quello di dare a ognuno secondo il suo bisogno, riconoscendo la legittimità dei diritti di ognuno come nella parabola dei lavoratori dell’ultima ora.
E allora è una distribuzione secondo necessità e non per merito, ma che tiene conto del vissuto di ognuno in quanto degno di ricevere ciò che è necessario per vivere.

Anche il ladrone che riconosce la figliolanza di Cristo viene inondato dalla misericordia con una promessa di vita eterna aprendo le porte del cielo, nonostante le sue fragilità, ci apre a una giustizia che non si guadagna con il digiuno ma che travolge chi riconosce che, nonostante i propri limiti, il Padre gli tende le braccia perché possa essere con Lui in paradiso, nella comunione piena.

Allora la giustizia di Dio non coincide con la giustizia degli uomini, ma ciò non vuol dire non rispettare le regole, ma se il metro di misura è tuo fratello anche le leggi umane possono aprire possibilità alla giustizia divina.
Ci fa riflettere come spesso la giustizia degli uomini si garantisca con armi, divisioni, muri, separazioni, sangue degli ultimi e più indifesi, con la soppressione dei dissidenti, di chi ha opinioni diverse dalle mie, dal non ascolto delle necessità di chi ha bisogno di essere custodito perché più fragile, dall’urlare i propri “diritti” per ottenere il più possibile e allargare il proprio ego.

 La Parola però ci apre lo sguardo e ci conduce, come i magi, per un’altra via, che a volte risulta incomprensibile, difficile, come una via ferrata in una montagna, che ci costa fatica ma ci porta a ristorare lo sguardo con viste meravigliose. Ci apre a una promessa che è già anche realtà se si guarda bene, infatti “amore e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo” (Sal 85, 11-12).

Martina e Luca (Fraternità EG)

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