Affermare che la foresta della pianura padana è pressoché scomparsa da tempo è dire una cosa ovvia, al suo posto ne è sorta un’altra e di ben diversa natura. Uno sviluppo urbano non sempre razionalmente pianificato ha determinato che i boschi, una volta estesissimi, si riducessero a lembi marginali e frammentati.
Signora incontrastata delle antiche selve era la quercia. Oggi specie sempre più rara, assediata ormai da secoli dall’introduzione di specie aliene, a più rapida crescita, incautamente piantumate per le più svariate ragioni. Al genere QUERCUS sono ascrivibili alcune centinaia di specie, circa 500, presenti in tutti i continenti. Da questi alberi le popolazioni europee hanno tratto sia legna da ardere che da costruzione e lo sfruttamento di questa specie ha raggiunto in alcuni periodi ritmi parossistici. Essenza privilegiata per le costruzioni di navi è stata utilizzata anche per altri usi. Basti ricordare come le fondamenta della chiesa di Santa Maria della Salute a Venezia abbia richiesto l’impiego di una quantità spropositata di legname, qualcosa come oltre un milione di pali, a quanto scrivono alcuni autori. Oggi tale numero appare eccessivo, verosimilmente all’incirca 150.000, prevalentemente di quercia.
In genere isolata fra i campi, in prossimità di rogge e fossati si delinea, inconfondibile, la sagoma un po’ scomposta e massiccia della Quercus Robur (farnia o quercia peduncolata). Le caratteristiche per riconoscere questa specie dalle foglie sono diverse. Assenza di picciolo, orecchiette asimmetriche alla base, lobi irregolari con larghezza massima nel terzo superiore e glabre (senza peluria) su entrambi i lati. Al contrario i frutti (ghiande) sono portati da un lungo peduncolo. La corteccia liscia in giovane età diventa poi bruna e profondamente fessurata in placche.
Al contrario la rovere, Quercus petraea, presenta caratteristiche opposte, foglie con evidente picciolo e frutti sessili.
Della più comune e diffusa roverella, Quercus pubescens, parleremo la prossima volta.
Associazione Bosco dei 100 Frutti, con sede a Bareggio, si impegna nella tutela e nell’incremento della biodiversità tramite il lavoro sul campo (messa a dimora di alberi e arbusti) e attività educative e divulgative.
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