Parliamo di gru, non quelle animali quelle di una quindicina di specie, non particolarmente diffuse che si riproducono solo dopo qualche anno e con un tasso di mortalità infantile piuttosto elevato, bensì delle gru edili.
Basta anche un distratto sguardo per rendersi conto della loro perenne presenza nel panorama urbano. Si stagliano imperiose, fiere, robuste torri traforate dalle tinte variopinte ai margini di voragini appena scavate o di scheletri di edifici in costruzione.
Ne parliamo perché l’Osservatorio del mercato immobiliare ci comunica ufficialmente che le abitazioni, in Italia, sono 35,6 milioni a fronte di una popolazione, in contrazione da almeno un lustro, di 59 milioni di abitanti.
Un dato inatteso ed impressionante: due case ogni tre persone. Quello della casa pare essere una vera e propria passione, una sorta di collezionismo, seppur costoso. Ovviamente non è un dato così omogeneo. Molti hanno una sola abitazione, ma altri ne hanno più d’una.
La casa come bene rifugio? Può essere. Come elemento di prestigio sociale, uno status symbol? Pure.
Dal punto di vista economico appare discutibile, opinabile, che un bene largamente disponibile possa acquisire nel tempo maggior valore.
Solo nel 2023 si sono costruite 86 mila nuove abitazioni. Peraltro, contrariamente a quanto comunemente si pensi, piuttosto abbondanti come dimensioni.
Ci sono dati sconsolanti circa l’effettivo utilizzo di questo cospicuo patrimonio immobiliare. In alcune località, addirittura sconcertanti, con un tasso occupazionale bassissimo. Senza considerare che nuove tecniche costruttive e gli obbligatori standard edilizi rendono ancor meno appetibili i “vecchi” immobili.
Insomma il consumo di suolo continua nonostante proclami ed editti e la frenesia costruttiva continua imperterrita a erodere terreni vergini, a deturpare paesaggi, erodere coste, dune, alvei dei fiumi e qualsiasi altra cosa possa ostacolare una grigia e solida colata di cemento.
Certamente durevole più della nostra effimera vita terrena, ma è davvero questo quello che vogliamo lasciare ai nostri successori? Pensiamoci.
Antonio, Bosco 100 frutti
L’Associazione Bosco dei 100 Frutti, con sede a Bareggio, si impegna nella tutela e nell’incremento della biodiversità tramite il lavoro sul campo (messa a dimora di alberi e arbusti) e attività educative e divulgative.
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