La bellezza è negli occhi di chi contempla

GUARDARE

GUARDARE

L’immagine.

Due scarpe ortopediche.

Il dato.

Mia mamma fu costretta a portarle dopo alcune amputazioni delle dita di un piede conseguenza di un diabete particolarmente aggressivo.

Il modo di leggere l’immagine:

come oggetto davanti a me quale soggetto che la guarda;

come oggetto di una esperienza vissuta, la problematica malattia della mamma;

come mia esperienza qualitativa ed emotiva, espressa dalla valutazione positiva della utile e necessaria capacità delle scarpe ortopediche di venire in aiuto alla chiara fragilità;

come oggetto di una verità incontrovertibile: la manifestazione concreta delle conseguenze della malattia.

Ma in essa c’è anche e soprattutto qualcosa d’altro.

Scopriamolo insieme.

Rovesciamo l’approccio.

Sforziamoci di passare dall’essere attivi, come quando lavoriamo sull’aspetto concettuale dell’immagine, all’essere passivi nell’accoglienza meravigliata di essa.

Come?

Muoviamoci senza alcun pregiudizio, per così dire, totalmente “fuori di noi”.

E allora, se ….

l’immagine mettesse in opera la verità, non la mostrasse soltanto?

Se ….

l’immagine attivasse la dinamica profonda del vedere e ci chiedesse di corrispondere al suo darsi?

In sintesi:

se l’immagine rivelasse a me fruitore un orizzonte di senso?

Vediamo.

Io devo cercare di muovermi dal “mio essere me stesso” al provare ad essere l’oggetto di uno svelamento.

Mi fermo e osservo in me: se faccio così si apre davvero un nuovo orizzonte.

L’immagine, le due scarpe, inizia ora a raccontare una storia di fatti e di emozioni che continua, pur su un piano diverso, nella memoria ancora presente di un accaduto che ancora e per sempre mi appartiene, così come fissato nell’anima.

Una storia costellata da momenti di sconforto, quando la malattia ha cominciato a carpire un po’ di vita, e da momenti di sollievo, quando le cure hanno cominciato a dare i primi frutti.

Una storia di alti e bassi, pesante e leggera come sono le nostre vite.

Una storia di ospedali, di medici, di badanti, di corse per urgenze, ma anche di sorrisi per uno scampato pericolo, di solidarietà tra persone, di attimi di intenso affetto, di ringraziamenti a chi se li meritava e ancora, ancora …

Insomma un universo aggrovigliato di sensazioni, per meglio dire un mosaico con tanti tasselli di piccole storie, di eventi di bene e di male.

Tutto ancora inspiegabilmente presente e parlante.

Dietro le due scarpe c’è quindi un universo invisibile che mi parla di sentimenti più che mai attuali.

Intuisco come l’immagine, diventata ora “il soggetto”, inneschi una sorta di viaggio in un luogo altro che mi chiama ad un coinvolgimento inaspettato e ricco di verità molto più di ciò che la pur valida e giusta conoscenza degli aspetti concreti dell’immagine – i cosiddetti dati –  sappia fornirmi.

Per dirla filosoficamente l’immagine mi trasporta dall’aspetto gnoseologico a quello ontologico.

Così mi apre “a ciò che è nascosto al visibile, a ciò che è altro da me”.

L’accoglienza di questo è la chiave interpretativa che davvero mi istruisce affinché io sia in me, in una sospensione estatica verso le forme molteplici e celate della Verità dell’essere.

Davvero una rivoluzione copernicana!

L’immagine di quelle scarpe è davvero un accadimento concreto della verità.

Rimanda al rivelarsi di qualcosa di cruciale per me rendendomi presente i misteri nascosti nel senso. L’immagine mi chiede di viverne la meraviglia e di esserne sempre ricercatore e soprattutto attento custode.

Credo che rapportarsi con il mondo e con i nostri simili cercando di stare in atteggiamento passivo, così inteso, sia una chiave sapiente per tentare di vivere una vita giusta e bella.

E in fondo é così che l’immagine di due scarpe ormai logorate e inutili, ma che tanto hanno vissuto, ha saputo comunicare, paradossalmente, la profonda ricchezza  del  sentirsi sempre in debito con una realtà di mondo e di uomini che ogni giorno ti viene incontro e ti chiama a saper davvero guardare.

 

Milano, 20 febbraio 2024                                                                 DIEGO

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: