Giovanni 5, 33-39
Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza.
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Nel Vangelo di oggi siamo di fronte a un Gesù molto fermo sulle sue parole: ammonisce i farisei ed esprime con tenacia la propria rettitudine. Per farlo, egli si sofferma su Giovanni Battista, sulle opere che ha fatto, sul Padre stesso e sulle Scritture.
Gesù sperimenta in primis quanto sia arduo proclamare la verità a chi non vuole intenderla: diventa, innanzitutto, motivo di interiore sofferenza quando c’è la consapevolezza che l’annuncio da dare viene da Dio stesso, ma è rifiutato dai destinatari, cioè da increduli che lo osteggiano.
Da questo emerge pienamente l’invito della Parola soprattutto all’accoglienza e a fare del nostro meglio nonostante, a volte, le difficoltà e lo scoraggiamento ci portino a rinunciare a svolgere ciò che è giusto ed è bene.
Forse, ci è capitato nella nostra vita quotidiana di non avere avuto la volontà di riconoscere Gesù e soprattutto di testimoniarlo: l’occasione odierna è quella di chiedere a Dio la capacità di aprire il nostro cuore a tutta la pienezza e alla bellezza che Lui ha per noi, per essere sale e luce del mondo, così che possiamo accoglierlo, abbassando i nostri pregiudizi, le convinzioni rispetto alle nostre idee e le paure che ci abitano nell’essere totalmente suoi.
– Giovanni viene paragonato ad una lampada che illumina. Quali sono le sorgenti di luce che stanno illuminando il mio cammino verso il Natale?
– Gesù guarisce: quali sono le ferite da cui desidero essere guarito in questo Avvento?
– Quanto riesco nella mia vita quotidiana a confrontarmi a fondo con la Scrittura?
A te, Signore, elevo l’anima mia,
Dio mio, in te confido: che io non sia confuso.
Non trionfino su di me i miei nemici.
Chiunque spera in te non resti deluso.
(Salmo 24)
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