Giovanni 14,1-11 a
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me»
Che belle le parole iniziali che oggi Gesù rivolge a me, a ciascuno di noi.. consolanti, sono proprio quelle che vorremmo sentirci dire in alcuni giorni tristi o periodi della nostra vita.. dopo Pasqua mi sono capitati giorni “pesanti” per perdite di cari da parte di amici, notizie brutte, fatiche emotive…
Lo sguardo buono di Gesù sui suoi amici infonde tranquillità nell’anima; sapere di poter contare anche noi su amici che ci sono vicini, anche solo nella preghiera, con parole affettuose e sincere ci rasserena un poco.
In fondo siamo tutti abitati dalla domanda della guardia del carcere: “Cosa devo fare per essere salvato?” (Atti 16,30) o dalla richiesta di Tommaso e Filippo “Mostraci il Padre e ci basta” (Gv 14,8), ovvero dal sapere di non essere soli, in questa vita e per sempre.
Mi è capitato di raccogliere una sensazione negativa da una mia studentessa, preoccupata dal fatto che Dio la osservi, forse per controllarla o giudicarla; invece, per me, sapere che c’è Qualcuno che tiene a me tanto da accompagnarmi e custodirmi ogni giorno della mia vita mi dona una libertà e una sicurezza impagabile.
Non basta SAPARE quale sia la via della vita – caro Tommaso, (ti ritroviamo anche oggi!), cara me – ma il tuo desiderio vero è di non percorrerla da sola o inutilmente senza sapere dove andare. Abramo è partito senza sapere esattamente dove, perché si è fidato di una voce, di una presenza, quell’ IO SONO che si è rivelato sul Sinai a Mosè, quel “IO SONO LA VIA, VERITA’ E VITA” (Gv 14,6) che è Gesù, potremmo dire noi, che Gesù l’abbiamo conosciuto e incontrato.
Lui ce lo dice! “vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi” (Gv 14,3). Ecco, la strada non la percorriamo da soli! e comunque bisogna camminare, stare fermi non si può! Essere suoi discepoli richiede di percorrere una strada insieme ad altri, almeno 2 a 2. (san Luca ci dice che i discepoli erano detti “quelli della via”, prima di esser definiti “cristiani” ad Antiochia, per la prima volta)
Davvero Gesù non è solo, ma vive in Spirito d’Amore con il Padre (meraviglia la Trinità, una condivisione totale, una relazione che è amore che unisce), è una cosa sola con Lui! (v.10)
Cos’è la salvezza se non questo? Che cosa ci salva, se non una Relazione con Qualcuno? In questa settimana ho ricevuto un messaggio con una citazione di don Epicoco in cui “proponeva” l’amicizia come ottavo sacramento: non è forse l’amicizia, come l’amore, segno della presenza di qualcuno che vuol condividere la vita con te e per questo vale la pena vivere ogni giorno che ti viene donato, perciò diventa “sacramento“, ovvero segno dell’esistenza e dell’amore di Dio?
I discepoli avevano Gesù come Amico!
“L’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro” (Fratelli Tutti n.66)
Per cosa, per chi val la pena vivere? Ne discutevo con altri studenti: soldi? Successo? Lavoro e carriere?
Ognuno dà la sua risposta. Ma Gesù le percorre tutte le vie possibili, quali siano quelle scelte da noi, infatti si affianca perfino ai due discepoli che lasciano Gerusalemme per tornarsene ad Emmaus!
(A questo proposito vi suggerisco di cercare e rileggere uno scritto di Papa Francesco dell’11 settembre 2013 in risposts agli articoli di Scalfari del 7 Luglio e 7 agosto del 2013 su Repubblica…spazia su tante cose, ovviamente, ma riprende anche la citazione di Gv 14,6. E merita molto tutto il dialogo!)
Signore, cammina sempre al nostro fianco, continua a donarci belle persone e amici che ci facciano crescere e con cui condividere il cammino, faticoso e gioioso; rendici fratelli e compagni di viaggio di coloro che quotidianamente incontriamo sulla “strada” della famiglia, del lavoro, degli impegni in parrocchia, delle amicizie, nelle periferie esistenziali, nel bisogno, nelle nostre città e quartieri.
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