La bellezza è negli occhi di chi contempla

III domenica dopo Pentecoste

III domenica dopo Pentecoste

Marco 10,1-12

In quel tempo. Partito di là, il Signore Gesù venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano.

 

La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.

 

Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».

 

 

Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione “li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».

 

 

A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

Un ripasso, nemmeno di quelli veloci di fine anno prima degli esami ma anzi ricco e denso, per chi è sposato da un po’ o fresco di nozze o in procinto di compiere il passo a breve: qui ci sta il cuore della “catechesi” sul matrimonio che la Chiesa ancora oggi propone, proprio sull’insegnamento di Gesù, che cita e ripercorre le Scritture, “dall’origine” di Genesi.

È bello pensare che da questa settimana per il periodo “ordinario” la liturgia ci faccia mettere in cammino lungo la salvezza, partendo proprio dal disegno iniziale, quello dove ci viene detto che D-o fa tutto con e per Amore! D’altra parte ci siamo appena ricordati che senza lo Spirito di Amore la Chiesa non esisterebbe, probabilmente nulla esisterebbe, nemmeno la creazione! E noi tutti oggi siamo dentro questa Storia!

Oggi ci soffermiamo sul fatto che l’uomo e la donna INSIEME sono immagine di D-o Trinità, non da soli, ma proprio UNITI: l’amore che li unisce e che scelgono di celebrare in matrimonio ne è un grandioso segno, cioè sacramento, ovvero Mistero, cioè AZIONE DI GRAZIA.

Tante parolone, che chi vive il matrimonio potrebbe spiegare concretamente meglio di me che non sono sposata. Il punto faticoso e bello, infatti, non è tanto “sapere” ma “vivere”. Ma l’unione di un uomo e una donna intuisco anche io che racchiude qualcosa di sacro, unico, grande!

Se poi leggessimo con calma tutti i paragoni che troviamo nei brani di oggi, soprattutto nella Lettera agli Efesini, ci sarebbe da impallidire! Lo dice pure Paolo: “Questo mistero è grande” (Ef 5,32). Spesso ci si sofferma sul termine italiano “sottomissione”, ma si trascurano appunto tutti i “COME” che sono presenti nel testo: il confronto fra uomo e donna va fatto con Cristo e la Chiesa!

Il nostro D-o è uno che unisce e non divide, innanzitutto; si prende cura e nutre (Ef 5,28), ama e dona se stesso (Ef 5,25). “Porta il peso” (confronta il termine “coniuge”: sotto lo stesso giogo insieme); e così avviene per gli sposi nella Chiesa: loro sanno che è il Signore Gesù che con loro porta le fatiche del “lavoro di coppia”, condividendo le gioie e i beni degli sposi che diventano “1”.

Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che le nozze sono una delle tante immagini scelte proprio per significare l’Alleanza fra D-o e il suo popolo: D-o si vuol unire a noi, e Lui resta fedele per davvero! Ci tiene, nel senso di “gli stiamo a cuore”! O anche, ci tiene uniti a sé!

 

“Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aito che gli corrisponda” (Gn 2,18): davvero D-o non vuole che nessuno sia solo! Ci ha pensati per la relazione, per la Comunione (settimana scorsa il Corpus Domini), per l’amore, per la fraternità, per l’amicizia.

Questi sono i segni della sua presenza fra noi! Non lasciamoceli strappare da questo “mondo” e il suo “principe” che vogliono individualizzarci, farci combattere, odiare gli uni contro gli altri e farci credere che divisioni, conflitti siano un bene; non lasciamo che prevalga la “durezza del nostro cuore”, ma lasciamoci inondare dalla misericordia che unisce!

 

Ricominciamo dall’inizio, dal progetto di D-o per l’umanità, iniziamo anche oggi a volerci bene e cercare di stare uniti, fratelli tutti!

Chiediamo a D-o di sostenerci con il Suo Spirito perché l’Amore è più forte!

Nonostante le fatiche e i fallimenti, i tradimenti, le crisi, l’Amore resta e vince con forza e semplicità, sempre!

 

 

 

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