LS n 50
Incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi.
Si pretende così di legittimare l’attuale modello distributivo, in cui una minoranza si crede in diritto di consumare in una proporzione che sarebbe impossibile generalizzare, perché il pianeta non potrebbe nemmeno contenere i rifiuti di un simile consumo.
Inoltre, sappiamo che si spreca approssimativamente un terzo degli alimenti che si producono, e «il cibo che si butta via è come se lo si rubasse dalla mensa del povero».
Ad ogni modo, è certo che bisogna prestare attenzione allo squilibrio nella distribuzione della popolazione sul territorio, sia a livello nazionale sia a livello globale, perché l’aumento del consumo porterebbe a situazioni regionali complesse, per le combinazioni di problemi legati all’inquinamento ambientale, ai trasporti, allo smaltimento dei rifiuti, alla perdita di risorse, alla qualità della vita.
Una minoranza consuma in una proporzione che sarebbe impossibile generalizzare. Allora non generalizziamo, quantifichiamo.
L’1% più ricco deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza posseduta da 6,9 miliardi di persone. ll patrimonio delle 22 persone più facoltose è tutt’oggi superiore alla ricchezza di tutte le donne africane.
Oppure il triennio 2017-2019 ha visto per la prima volta il numero di persone che soffrono la fame incrementare a 820 milioni. Mentre il 38.9% degli adulti nei paesi occidentali è sovrappeso. Con il cibo buttato nella sola Europa, la FAO stima si potrebbero sfamare quasi 200 milioni di poveri.
I numeri possono fare sia impressione sia svuotare di sentimenti il messaggio.
Ma è innegabile che le scelte e politiche attuali hanno creato un trend non positivo. L’epidemia globale recente ci ha mostrato quanto vulnerabili e puramente ideologici siano i confini, dando prova che qualsiasi cambiamento debba essere condiviso e globale, slegato dal modello economico preesistente. Ma soprattutto tale modello deve partire da Noi, coinvolgerci in primis, averci come fautori e promotori.
Marco Colombo
Ecco la preghiera del venerdì, affidataci d Papa Francesco.
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