Il glifosato è un erbicida introdotto in agricoltura negli anni ’70 da Monsanto, impiegato nel prodotto fitosanitario Roundup. È molto utilizzato perché alcune colture ogm sono resistenti a tale sostanza, quindi distribuendo il glifosato sui campi, si elimina ogni erbaccia o pianta, tranne quella resistente che si desidera coltivare.
Per la bassa tossicità rispetto agli erbicidi dell’epoca è stato impiegato anche in ambienti urbani per liberare strade e ferrovie da erbe infestanti.
Il glifosato ha ricevuto molta attenzione mediatica poiché ritenuto inizialmente dannoso per la salute. Questo ha prodotto aspre polemiche sull’uso della sostanza e la necessità di approfondire gli studi tossicologici ed epidemiologici.
Ecco gli studi:
- 2012 – Uno studio svolto con il glifosato somministrato ai ratti sembrava averne dimostrato la cancerogenicità, tuttavia, l’articolo, fortemente criticato per problemi di metodo, è stato ritrattato.
- 2015 – IARC inserisce il glifosato nella lista delle sostanze probabilmente cancerogene; in laboratorio è stato dimostrato che la sostanza provoca danni genetici e stress ossidativo. Studi epidemiologici hanno segnalato possibili rischi per gli agricoltori esposti.
- 2015/2016 – EFSA, OMS, FAO escludono la cancerogenicità del glifosato per gli esseri umani per esposizione tramite alimentazione, ma è considerata pericolosa poiché causa gravi danni agli occhi ed è tossica per gli organismi acquatici.
- 2017 – a seguito di valutazioni di EFSA e ECHA, la Commissione europea ha concesso l’approvazione fino al 15 dicembre 2022, con alcune limitazioni.
- 2019 – un gruppo di imprese denominato Glyphosate Renewal Group, presenta domanda di rinnovo dell’approvazione (e negli anni seguenti, gli studi condotti), che necessita di valutazioni e ulteriori studi da parte di autorità quali ECHA ed EFSA.
- Maggio 2022 – L’ECHA conferma l’attuale classificazione del glifosato come sostanza pericolosa.
- 22 dicembre 2022 – La CE proroga di un anno la scadenza per l’approvazione.
COSA E’ SUCCESSO DI RECENTE
- 6 luglio 2023 – EFSA anticipa la decisione di mantenere l’uso del glifosato come erbicida, concludendo che “la valutazione dell’impatto del glifosato sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente non ha evidenziato alcuna area di preoccupazione critica”.
EFSA però non si è potuta pronunciare su diversi aspetti per mancanza di dati o a causa di studi divergenti.
Non si tratta, tuttavia, di aspetti di minor importanza: tra le questioni rimaste irrisolte rientrano la valutazione del rischio alimentare per i consumatori, la valutazione dei rischi per le piante acquatiche e l’impatto della sostanza sulla biodiversità.
L’ECHA inoltre ha utilizzato solo studi prodotti dall’industria dell’agrobusiness, scartando quelli indipendenti.
Diverse ONG (PAN, Pesticide Action Network) e organizzazioni no-profit denunciano una mancanza di trasparenza e democraticità nelle decisioni e analisi dell’EFSA, sostenendo che “molti nuovi studi indipendenti mostrano gli impatti negativi del glifosato sulla salute e sull’ambiente” e che l’autorità europea abbia ignorato.
La coalizione Stopglyphosate lancia il nuovo sito dove rende disponibili gli studi scientifici che attestato la tossicità del glifosato.
Inoltre, da quanto emerso da un documento riservato preparato da DG SANTE (servizio per la sicurezza alimentare dell’esecutivo UE ) e visionato da PAN, si evince che c’è la volontà di autorizzare l’erbicida e anticipare la discussione finale.
Questa accelerazione, nonostante la mancanza di dati e documenti quali valutazione del rischio e peer review assessment di EFSA, ha sollevato dubbi riguardo la trasparenza dell’operazione.
“La DG Sante sta chiudendo un occhio sui problemi di tossicità e sulle lacune di dati identificati dall’EFSA […] e sta segretamente cercando di riemettere rapidamente la licenza eludendo qualsiasi controllo pubblico” afferma il responsabile scientifico di PAN EU.
Matteo
https://stopglyphosate.eu/
https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/glyphosate
https://www.efsa.europa.eu/it/news/glyphosate-no-critical-areas-concern-data-gaps-identified
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