Questo è il messaggio più impostante che ha lasciato Papa Francesco quando ci consegnò nel 2015 l’enciclica LAUDATO Sì.
Ma noi, giardinieri del mondo, questo messaggio lo avevamo già percepito; infatti, nel 2011 sono state nominate le sette meraviglie del mondo naturale.
11 novembre 2011, Zurigo (Svizzera) la società “New Open Word Corporation” ha annunciato le sette meraviglie del mondo naturale, una votazione via web a livello globale che ha coinvolto 500 milioni di persone. Dal Sud America al Vietnam, passando dal Sudafrica finendo nell’Indonesia, il giro del mondo (in meno di 80 giorni).
Le nomine delle sette regine ci fanno ricordare due concetti fondamentali:
1. La natura ci affida la sua bellezza e noi ne dobbiamo averne cura.
2. Per noi la vista di questi paesaggi è una meraviglia ai nostri occhi.
Purtroppo, molti di noi non colgono in tutta la sua pienezza la bellezza della creazione e molto spesso il nostro giardino viene deturpato, però nulla è perduto; anche in questo caso Papa Francesco ci viene in soccorso e nel 2019 pubblica “Querida Amazzonia” Sinodo speciale, e il messaggio lasciato è ancora più esplicito
“Non bisogna avere solamente cura dell’ambiente,
ma bisogna avere cura e rispetto per tutte le persone e animali che abitano quel luogo”.
Ed è proprio nell’Amazzonia che inizia il nostro viaggio.
Amazzonia (America del Sud)
Iniziamo dalla foresta pluviale più grande del mondo, essa si estende lungo nove Stati del Sud America (Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana Francese, Guyana, Perù, Venezuela e Suriname). Oltretutto viene attraversata dal fiume Rio delle Amazzoni dove si concentra un inestimabile patrimonio di biodiversità tra flora e fauna. Nel 2000 (con ampliamento nel 2003) l’UNESCO la mise nell’elenco del Patrimonio dell’umanità.
La Table Mountain (Sudafrica)
Nella lingua locale “montagna dalla cima piatta” con i suoi 1086 metri di altezza domina la capitale sudafricana Cape Town (Città del Capo). La Table Mountain ospita ricche specie di piante (circa 2.200) e 1.470 specie floreali, facendola diventare una delle zone più floreali del mondo. Anche la fauna non è da meno, nonostante non si trovino più leoni, zebre e leopardi, si possono vedere ancora i caracal, iraci di roccia e babbuini chacma, senza dimenticare i pinguini, spettacolo unico in Africa.
Baia di Ha Long (Vietnam)
Continua il nostro viaggio, terza tappa: siamo in Vietnam nella provincia di Quang Ninh, la baia di Ha Long è composta da 2000 isolette. Nella lingua del posto “Ha Long” significa “dove il drago scende in mare”: qui mito e realtà sono tutt’uno, secondo il mito i draghi sono scesi sulla terra e hanno “sputato” delle pietre preziose creando così le 2000 isolette, con lo scopo di proteggere il popolo vietnamita dagli invasori cinesi. Nel 1994 l’UNESCO la mise nell’elenco del Patrimonio dell’umanità.
Le cascate dell’Iguazù (Argentina-Brasile)
Siamo nella “Gola del Diavolo” (Gorganta del Diablo) confine tra Argentina e Brasile, uno spettacolo lungo 4km del fiume Iguazù, in cui troviamo 275 cascate alte 70 metri, una gola a forma di U profonda 150 metri e lunga 700, da guardare col naso all’insù. Le cascate fanno parte dei parchi nazionali Iguazù (Argentina) e Iguçu (Brasile), l’UNESCO la mise nell’elenco del Patrimonio dell’umanità la prima nel 1984, la seconda nel 1986.
Isola di Jeju (Corea del Sud)
Distante 130 km dalla costa sudcoreana si trova l’sola vulcanica di Jeju, essa si estende per 1846 km quadrati in cui si trovano 360 piccoli vulcani inattivi. La lava durante i secoli ha creato delle grotte uniche al mondo, facendola diventare meta di escursionisti e speleologi. Nel 2007 l’UNESCO la mise nell’elenco del Patrimonio dell’umanità.
Fiume sotterraneo di Puerto Princesa (Filippine)
L’arcipelago delle Filippine, più precisamente l’sola di Puerto Princesa troviamo la sesta meraviglia naturale, il fiume sotterraneo dell’sola è navigabile ed è lungo 5 km, si attraversa una grotta composta da stalattiti e stalagmiti ed è soggetta alle maree oceaniche, sfocia nel Mar Cinese Meridionale. Nel 1999 l’UNESCO la mise nell’elenco del Patrimonio dell’umanità.
Isola di Komodo (Indonesia)
Ultima tappa del nostro viaggio tra le meraviglie del mondo naturale, ci troviamo nel parco nazionale di Komodo, questa riserva naturale include tre isole Rinca, Padar e la già citata Komodo. Il parco fu creato nel 1980 per proteggere il varano di Komodo (è una lucertola gigante che può raggiungere i 3 metri), nella lingua locale viene chiamato Kizawi (drago). I “draghi” sono i padroni del parco nazionale, accettano la presenza umana solo come turista. Nel 1991 l’UNESCO la mise nell’elenco del Patrimonio dell’umanità
Federico Peri
Anche senza poter andare in giro per il mondo, allenatevi a contemplare, custodire, amare la Terra!
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