La bellezza è negli occhi di chi contempla

In pellegrinaggio a Fatima con Maria

In pellegrinaggio a Fatima con Maria

Mi chiamo Don Savino Lombardi, sono un religioso dell’Opera Don Orione, la dicitura ufficiale è: “Piccola Opera della Divina Provvidenza-Opera Don Orione”.
Da nove anni presto il mio servizio presso il Vicariato di Roma nell’ufficio Opera Romana Pellegrinaggi e quindi mi occupo di pellegrinaggi soprattutto del settore Mariano: Fatima, Lourdes, Medjugorje e Polonia per quanto concerne la Madonna Nera. In questo periodo sono venuto a Fatima più volte sia per motivi di servizio che di pellegrinaggio.

In questo momento mi trovo a Fatima con 28 miei confratelli della mia congregazione, con il Padre Provinciale, con il Vicario e altri confratelli direttori di alcune istituzioni in Italia e all’estero: in Romania, in Africa, etc.
Cosa significa questo pellegrinaggio? E’ un pellegrinaggio particolare. Venendo a Fatima, quando racconto o raccontiamo, attraverso anche le parole di Paolo Sametti, degli eventi accaduti in questo luogo che sono eventi evidentemente importanti, questi ci fanno riflettere molto sulla figura di Maria all’interno di una realtà ecclesiale, la realtà ecclesiale per eccellenza.

Maria è un punto di riferimento, Maria è colei che ci porta attraverso il Figlio al Padre e ci fa sperimentare la misericordia di Dio; questo è quello che raccontiamo ai nostri Pellegrini, ma è la stessa identica cosa che stiamo raccontando in questi giorni ai nostri confratelli, i quali sono venuti qui per un momento di riflessione, un momento anche di stacco dalla realtà che stanno vivendo o che vivono durante l’ordinarietà della vita.

Stiamo vivendo momenti di riflessione, ne faremo due, in particolare quest’oggi con la riflessione sul Magnificat e un’altra sul senso di Maria all’interno della realtà ecclesiale, facendo memoria anche di ciò che il Concilio Vaticano II ci ha proposto in questi ultimi 60 anni. Naturalmente ciò che ci ha proposto il Concilio Vaticano II fa parte di una Tradizione che ha decretato e ratificato una tradizione di 1000-1500 anni sulla figura di Maria.

Stiamo facendo un pellegrinaggio, ci siamo recati oggi a Coimbra, dove abbiamo fatto un momento di riflessione sulla figura di Sant’Antonio, che è uno dei grandi santi del Portogallo. Santo Antonio ci insegna la semplicità del cuore.

Ieri siamo andati a Nazarè, al Santuario della Madonna del Latte, da dove abbiamo avuto una visione bellissima sull’Oceano Atlantico e questa ci fa comprendere che l’infinito, almeno guardandolo con gli occhi di coloro che hanno cominciato le grandi navigazioni, porta sempre a una concretizzazione di una promessa.

Domani ci recheremo a Tomar soprattutto per rivedere i luoghi che hanno fatto la storia di questo popolo, di questa bellissima terra che è il Portogallo e infine, l’ultimo giorno, ci recheremo a Lisbona dove andremo a fare visita ai luoghi dove Sant’Antonio è nato e dove è stato battezzato riprendendo il filo di questo grande personaggio della storia, della nostra storia e tradizione Cristiana. Questo grande santo, che voleva fare grandi cose dal punto di vista dell’evangelizzazione (ossia voleva andare in missione), ma al quale il Signore ha indicato una via diversa da quella che aveva scelto all’inizio, è arrivato a Padova piuttosto che a Lisbona.

Fatima è il luogo dove Nostra Signora è apparsa a questi tre piccoli bambini: Lucia, Francesco e Giacinta, chiedendo ad ognuno di noi la conversione, la conversione del cuore e attraverso il Suo Cuore ci porta, come dicevamo precedentemente, al Cuore di Gesù che è l’esplicitazione assoluta del grande amore di Dio nei nostri confronti, un amore di misericordia.

La Madonna, Nostra Signora, ci chiede preghiera, la recita del Rosario, ci chiede di pregare per i peccatori, ci chiede di fare penitenza e soprattutto di avere uno sguardo di speranza.

 

Don Savino e Paolo Sametti, dal Portogallo

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