Quando gli anni passano ti rendi conto che tante sono state le persone che hanno attraversato i vari momenti della tua vita, ma solo di alcune hai ricordi di pezzi di cammino condivisi. Poi ci sono gli incontri, quelli che ti cambiano la vita e che lasciano un segno profondo.
Se torno indietro ai miei sedici anni, ancora ricordo bene l’incontro con Gianni Capaccioni: avvenne per caso una sera di primavera a Lecce, io ero con delle amiche e lui con altri due don, mi fermai per salutarne uno e lui, che non conoscevo, disse alla mia amica: ”Tu non sei felice; fai cose che ti rendano felice”. Lì per lì pensai che era davvero strano uno che diceva queste cose a una persona che non conosceva.. Mi dissero che era un missionario da poco espulso dal Burundi e che stava a Cavallino.
Lo ritrovai al mio primo campo di lavoro estivo, pochi mesi dopo, e il mio incontro con lui ha cambiato tutta la mia vita. Mi ha fatto conoscere un Dio che è Padre, che ti sta accanto non per giudicarti ma per accompagnarti nel cammino, un Dio che ti vuole felice.
In quel campo estivo ho conosciuto quello che sarebbe diventato il mio compagno di vita, con cui abbiamo costruito la nostra famiglia e i tanti amici con cui da anni condivido un cammino di fede e di servizio.
Nel corso degli anni ho fatto tante scelte che mi hanno portata su strade distanti da quelle percorse da Gianni ma, come se ci fosse un legame prestabilito, ci siamo rincontrati quando ormai adulta avevo la mia famiglia. Questo secondo incontro è stato il più bello perché ha portato alla riconferma di una scelta di fede e di vita.
L’impegno per costruire quel mondo nuovo sognato si è fatto concreto, a partire dagli incontri con i ragazzi delle scuole fino al servizio a quanti sono in difficoltà, è stato bello progettare assieme. La malattia e la morte ci hanno separati ma solo per un po’ perché sono certa che ci rincontreremo ancora.
Donatella, laica comboniana MLC
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