La bellezza è negli occhi di chi contempla

IV Domenica dopo Pentecoste

IV Domenica dopo Pentecoste

Lc 17, 26. 30-33

Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo (…) Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si rivelerà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro.
Ricordatevi della moglie di Lot.

 

Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà.

#perdereLaVita #donare #generare #gestiD’amoreCheSalvano

L’ultima frase del brano di oggi risuona in me: ci sono in queste parole delle espressioni linguistiche che ci capita spesso di utilizzare e che hanno in noi una profonda risonanza
emotiva. “Perdere la vita” (quante volte abbiamo detto queste parole con difficoltà e con tristezza per qualcuno che “se ne era andato” in circostanze tragiche), “salvare la vita” (a volte immagino che abbiamo gioito per un pericolo scampato, nostro o di persone a noi care).

Gesù capovolge il modo che abbiamo di percepire e di pensare: “perdere la vita” donandola, dedicandoci con cura e attenzione a chi ci sta accanto, dà a noi una piena realizzazione e un crescente senso di beatitudine; non significa, quindi, “conservare e salvaguardare” la vita, ma “generarla”.

Questo “dare alla luce” non necessariamente si trova in eventi prodigiosi, ma in gesti d’amore (ricevuti o donati) che sono segni concreti che salvano: un sorriso, una parola, un abbraccio… Gesù ci invita a sperare, ad essere aperti verso qualche cosa che è già presente nelle nostre vite.. Ci invita oggi a coltivare ed amare “quella perdita” che è fiducia nella Vita in ogni istante di luce

– Quali gesti e parole sono e sono stati salvezza per me?
– In mezzo alle difficoltà e alle prove quotidiane, che cosa mi dà speranza?
– Quale bene abita il mio cuore?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario

(Sal 26)

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