La bellezza è negli occhi di chi contempla

La forza dei nostri limiti

La forza dei nostri limiti

Diamo voce ad un racconto particolare, non propriamente sui temi della LaudatoSi, ma che mette al centro l’uomo, nella sua interiorita, in cammino. Ne traiamo suggerimenti per la nostra conversione ad una ecologia integrale, che parta dal cuore umano..

 

Venerdì 5 agosto, ore 16:30. Siamo ad Assisi, sul sentiero CAI 350, in strada verso l’Eremo delle Carceri. Il Clan è nel pieno del suo Campo Mobile, su un percorso alla scoperta di Francesco e delle sue strade.

E’ un pomeriggio caldo, senza brezza, il sentiero è ombreggiato e lo zaino è leggero, ma la stanchezza si fa sentire, siamo in cammino da quattro giorni e le continue sveglie all’alba per fuggire dall’afa si fanno sentire.

Il morale però è ancora alto, il gruppo è saldo, la meta è vicina. All’Eremo ci attende Fra Simone, la serata sarà dedicata alla Partenza di due Rover che sono parte viva della storia del nostro Clan. Questa sera ci saluteremo, le nostre strade si divideranno dopo 5 anni di vita insieme e il pensiero è rivolto a loro e a questo momento così importante nel percorso di ogni Scout.

Dopo mezz’ora di sentiero salgo con fatica, cerco di tenere duro, in fondo sono un Capo, devo dare l’esempio.. Una sosta per bere, il sole è caldo. Riparto in testa ma non reggo il ritmo, vado in coda, mi fermo, il Clan si ferma, ripartiamo.

Nei pensieri una lotta interiore tra il mio orgoglio, la convinzione di potercela fare, lo stupore di non riuscire. Ho superato di peggio nei giorni precedenti, con lo zaino ben più carico. In realtà mi rendo conto di aver accumulato stanchezza. L’età, nonostante il mio desiderio di andare avanti, si fa sentire. Mi fermo ancora, prendo solo la bottiglia dell’acqua e il telefono, metto lo zaino a terra. Il Clan si ferma e mi aspetta ancora, non vogliono lasciarmi ma dico loro di andare avanti, abbiamo un appuntamento importante. Alla fine vanno con l’altro Capo, con il mio zaino preso sulle loro spalle.

Dopo mezz’ora di lenta salita arrivo in cima, ora la strada sarà breve e in discesa. Trovo Francesco ad attendermi. E’ rimasto indietro per me, d’accordo con gli altri. Raggiungiamo il Clan, hanno aspettato davanti all’ingresso del Santuario.

Un episodio come tanti di un Campo Mobile ricco di mille avvenimenti.

Il campo mobile e la strada ci mettono alla prova, sono il banco di prova di mille chiacchierate fatte insieme. Il giorno prima, raccolti in una cappella della Basilica di San Francesco, ci siamo riconosciuti deboli nel nostro farci autonomi da tutto e da tutti. Qualcuno ha condiviso i suoi dubbi profondi, presenti e sofferti nonostante un impegno comunque forte e costante; altri hanno ammesso di vivere sempre e solo senza chiedere aiuto, senza lasciare che gli altri possano entrare a dare una mano. Talvolta è più semplice così, andare avanti a testa bassa, non aprendo porte, non confidandosi, non tendendo una mano per lasciarci afferrare.

C’è chi si chiude spinto dall’energia e dall’entusiasmo dei vent’anni, convinto di non aver bisogno. Altri lo fanno per dimostrare, in primis a sé stessi, di essere ancora in grado di farcela.

In quella cappella avevamo pensato che questa ostinazione non fosse un segno di forza, ma di debolezza. Su quel sentiero verso l’Eremo delle Carceri ho ripercorso ogni passo di quella chiacchierata del giorno prima: la fatica, la difficoltà, l’ostinazione, la riflessione, la razionalità e la fede che si fanno strada, la fiducia nel mio Clan. Infine, la decisione e la serenità che nulla è perduto riconoscendoci talvolta deboli e chiedendo aiuto.

La gioia di arrivare alla meta è comunque tutta lì. E’ la forza di una comunità viva e vera, che cresce e cammina insieme.

Buona Strada

Clan Scout Cruzeiro do Sol

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