La bella notizia di questa settimana l’ho rintracciata nelle pieghe della cronaca quotidiana dall’Olimpiade di Tokyo 2020.
Qualche giorno fa, la finale dei 400 metri stile libero maschile è stata vinta da Ahmed Hafnaoui, un ragazzo tunisino di 18 anni, per lo più sconosciuto e qualificatosi con un tempo per niente promettente. Le aspettative per la finale erano tutte centrate sui grandi del nuoto e invece Ahmed è riuscito a sorprendere tutti, anche sé stesso.
La sua storia e la sua impresa raccontano di una determinazione e una forza di volontà tanto grandi da alimentare un desiderio senza fine, capace di fare la differenza.
Questa notizia, come tante altre provenienti dalla cronaca quotidiana delle Olimpiadi, mi stupisce perché ha la forza di andare oltre la notizia del momento per chi in essa riesce a cogliere la meraviglia di una storia umana unica e irripetibile. Come questa ce ne sono, infatti, mille altre perché nella mondialità degli atleti è nascosta l’infinitezza umana e allo stesso tempo l’unicità di ogni storia di coraggio e di rivincita.
Io ne ho citata solo una, ma sarebbe bello cominciare a vivere questo evento internazionale come spettatori di una bellissima raccolta di storie, tutte da scoprire e magari da cui imparare qualcosa.
Isabella
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