In fondo cos’è la letterina che i bambini scrivono ogni Natale se non il desiderio di attesa e di stupore? è oramai tempo che gli adulti apprendano un poco di più dai bambini.
Il mondo vive di corsa, si cresce abituati ad avere tutto e subito. L’uomo non è più curioso, e diviene avido, non prova più stupore e meraviglia. Spesso le cose per cui proviamo meraviglia e stupore sono praticamente sotto i nostri occhi, ma tendiamo a non accorgercene, o a darle per scontate. Sappiamo che il sole sorge e tramonta ogni giorno, quindi dinnanzi ai colori dell’alba e del tramonto non ci meravigliamo più. Sappiamo che al calar della notte il cielo può riempirsi di stelle, per questo non ci stupiamo più.
Invece l’attesa stupisce ancora.
Attendere qualcuno o qualcosa ha ancora il sapore della meraviglia. E cosi dalle “letterine a Babbo Natale” dei bambini nasce la più grande delle meraviglie. Mio figlio Marco di 7 anni ha scritto la sua letterina. Voglio, vorrei, desidero, desidererei…tutti verbi coniugati che esprimono un volere e un desiderio. Una semplicità ed una bellezza da prendere in pieno e farla diventare propria del mondo degli adulti.
Attendere, aspettare in un mondo che corre veloce. Ci si aspetta che qualcuno abbia cura di te, ti stupisca e ti meravigli. Una attesa che ha una fine e un nuovo inizio il 25 dicembre; un appuntamento con l’infinito che sa ancora stupire grandi e piccini.
Angelo
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