Qualche tempo fa come educatrice dell’iniziazione cristiana seguivo Gabriele, un bambino con disabilità. Gabri era vivace, sempre in movimento (molto in movimento!!!) e tanto curioso.
Durante il primo periodo di catechesi abbiamo verificato che i bambini sapessero fare il segno della Croce, e Gabri aveva qualche difficoltà. Sull’utilizzo della mano giusta tutto ok, sui primi due movimenti tutto ok (aveva imparato “nel nome del Padre e del Figlio” associandoli a “testa e cuore”), ma la difficoltà arrivava sullo Spirito Santo. Questo Spirito Santo proprio gli complicava le cose! “Mano destra su spalla sinistra” era un po’complesso da capire per Gabri!
Ho provato a spiegargli il segno della Croce in vari modi, ho tentato varie strategie, ma nessuna sembrava quella giusta, niente da fare: la mano destra di Gabri finiva ovunque (persino sulle teste dei compagni!) tranne che sulla spalla sinistra.!
Un pomeriggio gli ho detto “è come se tu ricevessi un abbraccio! Stringiti con il braccio destro, guarda!” e ho mostrato a Gabri quell’abbraccio fatto con un braccio solo. Deve essergli piaciuto, perché da quella volta Gabri è riuscito a fare il segno della Croce!
Da quel momento il “nostro” segno della Croce è diventato “nel nome del Padre, del Figlio e…abbraccio!”.
Io, pensandoci, devo dire grazie a Gabri per avermi aiutata a familiarizzare un po’di più con lo Spirito Santo. Dei tre “personaggi” è sempre stato quello meno chiaro per me. Non me ne vogliano i teologi, ma mi sa che io tengo buona la definizione “alla Gabri”: l’abbraccio dello Spirito Santo!
Silvia C.
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