Gaetano Previati
Adorazione dei Magi
1896, olio su tela
Milano, Pinacoteca di Brera
Una giovane donna, seduta accanto a una mangiatoia, tiene in grembo un bimbo addormentato. Con una mano lo protegge, con l’altra invece solleva il bianco velo per mostrare il figlio a tre uomini venuti da lontano. Hanno barbe lunghe, sontuose vesti e portano ricchi doni. Gli scrigni dorati, per il momento però, sono alle loro spalle, sorretti dagli inservienti. Ci penseranno dopo. Ora, la loro urgenza è quella di vedere il Re dei Giudei di cui hanno seguito la stella. È semplicemente un bimbo teneramente raggomitolato nel sonno. Lo guardano, si inchinano, chiudono gli occhi e incrociano le braccia sul petto in segno di devozione.
Spesso nella rappresentazione dell’Adorazione dei Magi vengono messi in risalto i doni, qui invece Gaetano Previati si sofferma sulla prima azione dei sapienti: “videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono”. Del resto, Previati era cresciuto in una famiglia profondamente cattolica e questo emerge nella sua arte, pervasa di senso religioso. Tuttavia Gaetano seppe andare oltre, perché la sua pittura a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento fece da ponte tra l’arte sacra tradizionale e l’arte moderna.
Previati, infatti, è uno dei principali esponenti del divisionismo, uno stile pittorico tutto italiano che prende le mosse un po’ dal puntinismo francese e un po’ dal simbolismo viennese, per creare qualcosa di unico. Come fa intuire il nome, si tratta di uno stile caratterizzato dalla stesura dei colori “divisi”, cioè non mescolati prima sulla tavolozza, ma giustapposti direttamente sulla tela: è poi il nostro occhio, con l’osservazione a una certa distanza, a mescolarli e a riconoscere “un vestito verde”, “un vestito bianco, “un cielo azzurro”. In particolare Previati fa uso di lunghe pennellate, di filamenti di colore che fanno sembrare il dipinto un vero e proprio tessuto cromatico.
Questa tecnica permette di dare forte energia e luminosità all’opera, perché i colori si accendono a vicenda. In questo dipinto lo vediamo molto bene nel paesaggio che si illumina della luce calda del giorno e nelle vesti baluginanti dei magi.
Mi sembra bello, per questo Natale, tenere a mente sia l’atteggiamento dei Magi che, prima di pensare ai doni, vogliono vedere e conoscere Gesù bambino, sia lo stile divisionista: anche noi, come su un dipinto, possiamo stare gli uni vicini agli altri, ognuno con il proprio colore, senza dover essere tutti omologati, e questa diversità, nello stare insieme, ci rende più luminosi.
Ilaria Cremona
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