Ci sono contesti ed esperienze che favoriscono la nostra adesione alla Vita, alla bellezza, la nostra più piena gioia o, ancora, la possibilità di allargare lo sguardo ed essere consapevoli dei doni che si ricevono già nel momento in cui questo accade. Per me nel periodo estivo tutto questo si è realizzato a quota 1600 metri, in Val Serina (Bg), ai piedi del Monte Alben.
Lì esiste una chicca, il rifugio Monte Alben, un posto che sa metterci molto poco a diventare posto del cuore (o, almeno, nel mio caso è stato proprio così!). Nato dalla sistemazione e ampliamento di una baita ormai in disuso, il rifugio è gestito interamente dai volontari dell’Associazione La Cordillera, che sostiene svariati progetti in Bolivia. Durante l’anno vede l’alternarsi di turni di volontari di ogni età e provenienza, che si rimboccano le maniche e si mettono a disposizione per tutto ciò che serve per gestire un rifugio: dall’accoglienza alla cucina, dal servizio ai tavoli alle pulizie, il trasporto di merci (rigorosamente a spalla, dato che il rifugio è raggiungibile solo a piedi!), la preparazione di torte (tante torte!), la manutenzione, e qualsiasi cosa si renda necessaria!
La mia esperienza all’Alben è iniziata con un passaggio al magazzino, prima di imboccare il sentiero per salire al rifugio, per riempire i pochi spazi rimasti nel mio zaino con melanzane, zucchine e caffè, che sarebbero serviti in cucina durante la settimana. È iniziata con Judith, la responsabile del mio turno di volontari, che insegna “Si parte sempre per l’Alben con un po’di spazio nello zaino!”. Ora che sono rientrata dall’esperienza posso dire con gioia che il mio zaino, specialmente quello del rientro a casa, si è davvero riempito di tantissimo!
Ho lavorato con persone di varie età e storie di vita, a cui sono molto grata per la diversità di sguardi che mi hanno regalato, così come per la ricchezza di poter godere del servizio di tutti. Il lavoro al rifugio Alben è un grande e continuo lavoro di squadra, basato sula gratuità del tempo speso a favore dei progetti boliviani. Non mancano mai, ma davvero mai, le risate fragorose, gli scambi di esperienze di vita, giochi e canti in compagnia…e la polenta!
Il rifugio ha sempre le porte aperte per chiunque voglia fare un’escursione in un posto buono o, ancora, per chi desidera provare un’esperienza di volontariato in quota…sempre con un po’di spazio nello zaino!
Silvia C.
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