L’enciclica – come più volte condiviso su questo blog – può (realmente!) diventare uno stile diverso, molto concreto ed applicabile, nulla di stratosferico da rivoluzionare, ma piccole buone abitudini da avviare e a cui provare a tenere fede.
Diamo inizio al nostro contributo a questa rubrica partendo da uno degli spazi maggiormente abitato durante le nostre giornate – la cucina – cercando di analizzare cosa entra, cosa viene gestito, cosa esce.
Cosa entra
Affrontiamo e gestiamo questo punto, facendo mente locale sulle modalità con cui facciamo la spesa.
A monte, poniamoci la domanda sull’equilibrio e sulla frequenza di alcuni alimenti (carne, alimenti proteici): nella piena salvaguardia del corretto bilanciamento alimentare, soprattutto per i bambini, cerchiamo di contenere il consumo di alimenti che hanno alto impatto di emissioni (es. allevamenti)?
Subito dopo i luoghi e le modalità di acquisto: quale prevalenza tra mercato – dove possiamo anche sperimentare la relazione – e supermercato? Abbiamo dei produttori “vicini” con cui realizzare il “km 0” (ad es. qualcuno che macelli periodicamente o qualche contadino che ci possa portare frutta e verdura di stagione o ancora qualche produttore agricolo che abbia latticini locali?)? Quanto ricorriamo – magari per fretta – ai prodotti pronti, pre-confezionati (che richiedono un dispendio energetico molto maggiore, oltre all’impatto packaging)? Riusciamo a comprare sfuso (es. cereali, pasta, riso)? Usiamo sempre buste rigide che ci consentono di non avere un accumulo di buste di plastica?
Qualora avessimo bisogno di organizzare un pasto in poco tempo, valutiamo modalità quali l’app “too good to go”, che vendono sotto-prezzo cibi freschi invenduti? Riusciamo ad evitare l’acquisto di bottiglie di plastica, utilizzando l’acqua del sindaco?
Come gestiamo
Questo punto è strettamente correlato al primo, con alcune attenzioni: la prima è la pianificazione del fresco, ovvero quanto riusciamo a realizzare i nostri menu, utilizzando sempre nei tempi di scadenza ogni nostro alimento, cercando di ridurre gli avanzi o comunque riusandoli in altra pietanza o finendoli sempre, senza generare alcun rifiuto alimentare. La seconda attenzione è la corretta gestione degli avanzi, ovvero riporli correttamente in contenitori, che ne salvaguardino l’integrità, utilizzando panni di conservazione freschezza lavabili e riutilizzabili (es. in cera d’api).
Cosa esce
Questo punto è naturalmente molto correlato ai precedenti: tanto saremo attenti a portare il minimo del packaging possibile, tanto i nostri rifiuti saranno ridotti. L’attenzione che ormai dovrebbe appartenerci già da lunghi anni è il corretto smistamento dei rifiuti, avvalendosi anche di App dedicate (es. Junker) laddove alcuni materiali non siano così chiari.
Inoltre, grazie ad una buona gestione, dovremmo essere in grado di non avere alcun tipo di spreco alimentare.
Sono tante piccole attenzioni, che iniziano a rendere il nostro stile “laudato-si oriented”!
Buon cammino!
Isabella – Cascina Frate Lupo
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