La bellezza è negli occhi di chi contempla

L’emozione della poesia

L’emozione della poesia

La bella notizia di oggi scaturisce da un moto dell’anima.

Moto che ha fatto scoccare una vivida scintilla dal profondo del cuore allorquando ho letto, stamane appena sveglio, una poesia di Mario Luzi: davvero un fecondo inizio di giornata!

Subito è affiorata alla mente la ben nota citazione di Freud:

                                                                         “Sulla via della Verità i poeti ci precedono sempre”.

Solo la poesia è capace di svelare, infatti, tramite la pura parola un frammento di Verità, Verità che spesso sfugge alle argomentazioni razionali: è il miracolo insito nell’arte e nelle sue intuizioni e per questo diviene bella notizia !

Questa “illuminazione”, generata dalla percezione del significato raccolto  in ogni accadimento, è tale da consentire di cogliere, allo stesso tempo, uno scorcio del “bello” perchè vero e del “vero” perchè bello, in una meravigliosa sovrapponibilità che chiede alle cose di essere “come è giusto che siano nella loro verità e bellezza”, emozionandoci per l’affettività e l’esteticità che da esse emana.

Ecco quindi che leggere la poesia è stato – in qualche modo – gustare già qui ed ora un po’ di quell’Infinito di cui sentiamo l’irresistibile richiamo.

Mi sono avvicinato ai versi con giusta trepidazione, li ho letti con lentissima scansione, cercando di creare l’adeguato silenzio interiore capace di stimolare le  risonanze delle parole.

Vi invito a leggere questa poesia così, con distacco da tutto ciò che vi circonda, in una sorta di sospensione da tempo e spazio.

E poi ognuno viva la poesia dentro alla sua interpretazione personale e ne goda.

Leggetela come vi viene meglio, ma cercate di calarla nel cuore secondo il vostro sentire: sarà un esercizio di bellezza, sarà la bella notizia capace di dare vita e sostanza alla vostra giornata!

Io propongo – a mò di esempio – la mia lettura della poesia di Luzi, che è per me caratterizzata dalla cifra religiosa, ma non è assolutamente l’unica; interpretate voi questa poesia come la volete sentire.

Leggete piano, piano …

nel silenzio …

lasciando “gocciolare” le parole nel profondo del cuore …

Estratto da “Frasi e incisi di un canto salutare” di Mario Luzi

La vita cerca la vita,

a chi molto possiede

molto sarà dato – e questo

erano un mare

che lo ascoltavano

inerpicati sugli argini

accosciati sui rialti

tra il silenzio della mente

e quello della campagna

e delle acque

dividendone il suono

sminuzzandone la sostanza in minimi proverbi,

strofinandone il nerbo

ai serramenti

del ruvido intelletto

o scendeva come pioggia

esso, nell’aperto campo

della loro conoscenza,

stillava alle radici

filtrava alla sementa

e mutavano, si avvicendavano,

erano i medesimi, sempre,

in tempi di meraviglia

e desiderio –

ne avevano

pace, pace e tormento.

 

Ed ecco la mia personale risonanza a queste strofe,

ho  immaginato che esse tratteggino la  pienezza espressa da Gesù

quel giorno …. sulla Montagna.

(tra parentesi richiamo le parole della poesia)

 

Lui Cristo (la vita) cerca ognuno di noi (la vita) per mostrarci il Volto di Dio

che è Amore.

Davanti a chi ha colto l’immensità di questo Amore (a chi molto possiede)

si spalanca l’Infinito.

A chi sa dire “si” a Cristo si aprono ricchezze incalcolabili (molto sarà dato ).

Gli uomini rimangono sconvolti da quanto mai udito prima,

non possono che essere sedotti dalla carica di Amore

 traboccante dalle Parole di Cristo

e accorrono quale moltitudine da ogni dove

(e questo erano un mare che lo ascoltavano, inerpicati sugli argini, accosciati sui rialti).

Tutto pare fermarsi, prostrato davanti ad un tale inaudito dire. 

Gli uomini rimangono senza parole nel cogliersi creature donate alla terra

(tra il silenzio della mente e quello della campagna e delle acque).

Davvero non riescono a fare loro queste parole,

   le analizzano, le sezionano in ragionamenti,

ma, ahimè, inutilmente

(dividendone il suono, sminuzzandone la sostanza in minimi proverbi, strofinandone il nerbo ai serramenti del ruvido intelletto)

al contempo percepiscono la grandezza del fecondo alimento di tale dire

 (o scendeva come pioggia esso)

che dà vita e senso alla loro storia di uomini

 (stillava alle radici, filtrava alla sementa)

e alle loro istanze di conoscenza

(nell’aperto campo della loro conoscenza).

Intuiscono in quelle parole il senso della loro esistenza,

 e nonostante non riescono a pronunciare il loro “sì” all’offerta d’Amore.

 Tentennano e anche si meravigliano, ma resistono

 (e mutavano, si avvicendavano, erano i medesimi, sempre ,

in tempi di meraviglia e desiderio )

  rimangono incapaci di accettare:

si manifesta la pienezza di Cristo, ma la fatica a liberarsi del limite permane comunque.

(ne avevano pace, pace e tormento)

 

                                                                                                                                                                      DIEGO maggio 2024

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: